Un finto moderato per perdere con dignità. E Pirozzi? Per ora tace. Farà come Garibaldi?
Di Luigi Sambucini
Regione Lazio, sarà Stefano Parisi a correre per il centrodestra contro il presidente uscente Zingaretti che ha dalla sua tutto il centrosinistra e la candidata del M5S, ortodossa del Movimento, Roberta Lombardi. Dunque, in attesa che anche l’autocandidato di una parte delle destre, il sindaco di Amatrice Pirozzi, ritiri la candidatura per accettare la discesa in campo di Parisi, si può iniziare a far di conto su chi ha più chances di vincere questa partita. Parisi sembra quasi una scelta studiata da Berlusconi e Salvini a tavolino, visto che sembrava impossibile imporre candidati di chiara espressione di Forza Italia, l’ex Cavaliere si è convinto a proporre l’uomo che ha perso dignitosamente nella corsa per la poltronissima di sindaco di Milano e ora, nel ruolo di ‘riserva’ di lusso delle destre, cerca gloria nel Lazio. Per lui, visti i sondaggi, sembra una partita difficilissima, ma il suo impegno potrebbe risultare utile, in caso di percentuali di consenso, perdenti ma positive, per giocarsi un ruolo nazionale all’interno della coalizione.
Parisi affida ad una lunga lettera aperta ai militanti del suo Movimento Energie per l’Italia, il perché del sì all’offerta di Berlusconi & C. “Oggi ho ricevuto l’invito dai leader del Centrodestra a candidarmi come governatore della Regione Lazio. Come molti di voi sanno – aggiunge – su questa ipotesi già circolata nei giorni scorsi abbiamo avuto una lunga discussione all’interno della nostra segreteria e tra i referenti regionali. Si è trattato di una scelta difficile. Solo pochi giorni fa il Centrodestra, con una decisione incomprensibile, ci ha voluto escludere dall’apparentamento e oggi ci chiede di portare Energie per l’Italia e me stesso a supporto della corsa per il governo della Regione Lazio. Anche in Lombardia Energie per l’Italia sarà una forza determinante per il governo della Regione”. Ma a leggere bene la nota inviata ai suoi amici di movimento, più che una scelta per tentare di vincere la partita nel Lazio, sembra invece essere una corsa, quasi in solitario, verso altri lidi.
“E’ una scelta difficile – scrive ancora Parisi – perché tanti di voi hanno lavorato per costruire le liste e la nostra presenza alle elezioni per Camera e Senato, divenuta ora incompatibile con la mia candidatura alla guida della coalizione nella Regione della capitale. Abbiamo tuttavia deciso di accettare perché siamo un partito nuovo, costruito in solo un anno di lavoro e dobbiamo innanzitutto consolidare la nostra presenza in tutta Italia, nelle comunità, nei territori. Una sfida al di fuori dalla coalizione avrebbe proposto gli evidenti rischi connessi alla poca visibilità mediatica nel breve periodo della campagna elettorale. Noi abbiamo un progetto di lungo periodo”.
Parisi, dunque, non sembrerebbe, da quanto leggiamo, avere a cuore le sorti di una regione, ma l’interesse del suo partito, che si gioca le carte, non solo nel Lazio, ma anche in Lombardia, ma lo sguardo dell’ex sfidante dell’attuale sindaco di Milano, Sala, va oltre e punta ad intercettare consensi anche alle regionali in Molise e Friuli e poi i rinnovi di amministrazione in tanti comuni e perché no, anche le Europee del 2019. Tanti piatti elettorale che possono essere preparati però solo se si accetta il boccone amaro del Lazio.
“Costruire un grande partito popolare, protagonista nella società, capace di mettere in rete le comunità. Saremo ora presenti da protagonisti in queste importanti sfide elettorali con i nostri valori, i nostri programmi, la nostra energia liberale. Oggi siamo chiamati a competere”, chiude il neo candidato delle Destre, “nel Lazio e in Lombardia e tra pochi mesi dovremo partecipare alle sfide elettorali in Molise, in Friuli, per il rinnovo di molte municipalità. E poi verranno le Regioni da rieleggere in autunno e le europee del 2019, fino alla conclusione di questo ciclo con il prossimo voto per il Parlamento. Per affrontare al meglio questo percorso dobbiamo, subito dopo le elezioni, convocare il nostro primo congresso nazionale già per la prossima primavera. Per parte mia, continuerò comunque a guidare la crescita di Energie per l’Italia. Ora concentriamo quindi tutte le nostre capacità in Lombardia e nel Lazio per la vittoria della coalizione e per uno straordinario risultato del nostro partito. Devo ringraziare tutti per lo straordinario impegno e la generosa partecipazione a questa fase tanto faticosa di avvio del nostro movimento. Sono certo che conseguiremo presto risultati tali da compensare la comprensibile delusione per la mancata presentazione di liste autonome. La scelta di oggi ci farà essere grandi e forti domani!”.
Auguri, ma di tutto questo ha informato Pirozzi? Quello che può essere ormai l’ex candidato delle destre, visto che su Parisi è arrivato il timbro d’approvazione di tutte le componenti della coalizione, fino alla tarda serata è rimasto in silenzio. Nulla da dire. Probabilmente cercherà, nelle prossime ore, un avvicinamento, non scontato, all’uomo ‘nuovo’ ‘inventato’ da Berlusconi, condiviso da Salvini e digerito dalla Meloni. Il sindaco balzato all’onore delle cronache politiche per il devastante terremoto che ha colpito la sua città, chiarirà solo domani, venerdì, quale sarà il suo impegno. Quello che è certo è che Pirozzi in queste ore avrà molto da trattare e tante telefonate da fare e da ricevere. In gioco c’è una buona quota di consensi che farebbero certamente comodo a Parisi, che nel Lazio non può assolutamente contare su una Lega forte e dunque deve per forza di cose cercare i voti altrove ed anche quelli di Pirozzi e del suo movimento possono tornare utili.