BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Papa Francesco: “ Ho paura, basta un incidente per innescare la guerra,disarmo nucleare” ma la parola “pace” non trova spazio nella nostra nevrotica campagna elettorale

0 0

Di Alessandro Cardulli

Parlano, parlano, occupano le reti televisive e radiofoniche, quelle della Rai, difficile continuare a chiamarlo servizio pubblico. Renzi Matteo, il segretario del Pd, tira le fila, ma anche personaggi come Di Maio non scherzano, poi è tornato Berlusconi per il quale si mobilitano le “sue” reti con Barbara D’Urso in grande spolvero, vestita come si trattasse di uno spettacolo, un varietà di altri tempi per accogliere l’ex cavaliere rinnovato dalla punta dei capelli, si fa per dire, fino a quella dei piedi. Barbara e Silvio, Silvio e Barbara, un bel colpo d’occhio. Altro che il Di Maio, sempre azzimato, il vestito d’ordinanza che non fa una piega, che nega quello che ha detto il giorno prima e riparte da capo. Nel retroscena Beppe Grillo che smentisce chi ha scritto che lui avrebbe abbandonato la sua creatura, M5S. Manco per sogno afferma, io ci sono e vinceremo. Sfilano uno dopo l’altro esponenti della maggioranza di governo, dei cespugli , quasi tutti ex democristiani, che sai sono divisi, un po’ stanno con Renzi, un po’ con Berlusconi. Insieme gli eredi della Dc non ne perdono una, qualcosa ruscolano, qualche seggio lo strappano, poi magari si rimettono insieme quando e se Berlusconi e Renzi Matteo si metteranno insieme, una riedizione del Nazareno, per dar vita al governo, se ce la fanno, di larghe, anzi larghissime intese. Qualche spazietto in tanto mercimonio, tocca anche a Liberi e Uguali. Ma, spesso, vengono citati di riflesso. Per esempio, il Mannoni, quello che ci è stato descritto da Crozza, ha avuto una geniale trovata nel Tg 3 della notte. Ha fatto commentare la decisione di Libri e Uguali di non dare vita alla alleanza con Gori, il candidato Pd alla presidenza della Lombardia non da un esponente di LeU ma dal sindaco di Pesaro, Pd, un dirigente del Pd. Geniale è stata la Repubblica che invece di dare la notizia, ha aperto addirittura il giornale con il commento di Gori che affermava che LeU odia il Pd. Perché abbiamo fatto questa premessa a quella che è la vera notizia del giorno, l’intervento del Papa , rispondendo ad una domanda di un giornalista mentre era in volo alla volta del Cile diceva: “ Si , ho davvero paura. Siamo al limite. Basta un incidente per innescare la guerra. Di questo passo la situazione rischia di precipitare. Quindi bisogna distruggere le armi, adoperarci per il disarmo nucleare”.

L’assurda gara fra Stati Uniti e Corea del Nord a chi ha i bottoni più grandi per lanciare i missili

In questa fase di campagna elettorale che dura ormai da qualche mese, in continuità con la sconfitta di Renzi Matteo nel referendum con il quale intendeva devastare la Costituzione, quasi nessuno pronuncia nei suoi interventi, parole come pace, disarmo. Anche a sinistra, a dir la verità, se ne parla, ma si è parchi di parole. Noi crediamo invece che sia la parola chiave, la premessa per affrontare i grandi problemi economici e sociali del mondo in cui viviamo. Facciamo finta di ignorare che interi continenti sono devastati da guerre che seminano morte, devastazioni, che Stati Uniti e Corea del Nord , fanno a gara a chi ha i bottoni più grandi, quei bottoni che se premuti scatenano una guerra nucleare dalla quale nessuno si salverà. Facciamo finta di ignorare che il nostro Paese con una industria che produce e vende armi, alimenta guerra in Africa, in Asia, ai signori della guerra. L’Europa, con la nostra rappresentante Mogherini, è paralizzata, solo riunioni e parole al vento. Se pensiamo che il ministro Minniti , il presidente del Consiglio, i ministri del suo governo, ritengono di risolvere i grandi problemi delle migrazioni dai paesi in guerra, davvero sono fiori dal mondo. Anche loro non pronunciano mai la parola pace, che significa, progresso, lotta alla povertà, democrazia.

Le parole del pontefice mentre vola verso il Cile hanno valore universale, sono monito e richiamo

Ecco, allora, che le parole di Papa Francesco,pronunciate durante il volo verso il Cile assumono un valore universale, sono monito e richiamo. Pensiamo ai trentotto minuti di paura vissuti dalla popolazione delle Hawaii per un possibile attacco nucleare, non vorremmo mai trovarci in una situazione simile che per fortuna era dovuta solo ad un errore nel dare l’allarme. Ma l’ escalation dei test missilistici e nucleari della Corea del Nord,gli scontri,per ora solo verbali, fra Kim Jong e Donald Trump, hanno riportato a realtà la parola “ guerra atomica”. Le parole di Papa Francesco sono un monito per i governanti di tutto il mondo, al tempo stesso un richiamo ai popoli per non dimenticare mai la parola “pace”. Mentre decollava l’aereo, puntando verso il Cile,prima tappa del suo viaggio in Sudamerica ( In Cile e fino a lunedì prossimo) ha accompagnato la risposta 70 giornalisti che viaggiano con lui, donando loro una immagine, una foto scattata a Nagasaki nel 1945 dal fotografo americano Joseph Rognnell. Ritrae un bambino che aspetta di far cremare il fratellino minore deceduto in seguito ai bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki in Giappone. Francesco si è commosso nel vedere, per caso, questa foto, e l’ha voluto distribuire” per mostrare a tutti quali siano i frutti della guerra. “La tristezza del bambino solo si esprime nel suo gesto di mordersi le labbra che trasudano sangue.Ho pensato di farla stampare e darvela perché un’immagine del genere commuove e più di mille parole per questo ho voluto condividerla con voi e grazie per il vostro lavoro”. Francesco, riferiscono le agenzie di stampa, ha fatto presente ai giornalisti che per lui il viaggio in Cile “non sarà tanto difficile”, nel Paese ha studiato un anno: “Ho tanti amici, conosco”. Invece”in Perù conosco meno, sono andato tre volte per convegni, incontri”. Si tratta del ventiduesimo internazionale del Papa, il sesto in America latina.Al centro del viaggio un incontro con le popolazioni dell’Amazzonia a Puerto Maldonado, in Perù, prima volta di un Pontefice in territorio amazzonico.Per il 2019 Papa Francesco ha convocato a Roma un sinodo straordinario sull’Amazzonia. Nei due Paesi è molto sentito anche il problema della pedofilia del clero, tanto che non è escluso che il Papa possa parlarne.

Da jobsnews


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21