“Non si faccia chiudere il Centro Pio La Torre. Non si spenga una delle voci più indipendenti, autorevoli e ascoltate dell’antimafia autentica”. Docenti universitari ed esponenti della società civile lanciano un appello al Presidente della Regione, all’Assessore regionale ai beni culturali e ambientali e all’identità siciliana, all’Assessore regionale all’economia, alla Giunta di governo tutta, all’Assemblea regionale siciliana, agli organi di informazione, ai cittadini affinché venga assicurata la continuità del lavoro ultratrentennale del Centro Studi Pio La Torre, messo seriamente a rischio dal profondo taglio dei contributi regionali.
“Qualche giorno fa – si legge nell’appello – si è saputo che un finanziamento regionale sul quale al Centro facevano molto affidamento, perché serve a coprire attività già effettuate (quindi spese sostenute o comunque debiti accesi), è stato pressoché azzerato. A fronte di una richiesta di 279,000 euro, l’ipotesi del governo precedente era di concederne 80000, mentre la decisione finale adottata da quello attualmente in carica attribuisce soltanto 16.800 euro”.
L’appello, lanciato dal docente della Luiss di Roma, Antonio La Spina, ha già visto la sottoscrizione di numerosi docenti universitari ed esponenti della società civile, tra i quali Maurizio Ambrosini, docente dell’Università di Milano; Alessandro Bellavista e Vincenzo Militello dell’Università di Palermo; Pina Lalli e Stefania Pellegrini, dell’Università di Bologna; Ernesto Savona, docente dell’Unicat di Milano; Rocco Sciarrone, dell’Università di Torino e Alberto Vannucci, docente dell’Università di Pisa.
“Fermo restando che il Centro farà valere le proprie ragioni giuridicamente fondate su oggettivi criteri universalistici nelle sedi appropriate, noi sottoscritti – si legge ancora nell’appello – riteniamo essenziale non solo che esso non chiuda, ma anche che sia messo nelle condizioni di proseguire serenamente nel suo meritorio impegno”.
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