«La Camera Penale di Modena – spiegano – fa esplicitamente riferimento al processo ‘Aemilia’, in corso da oltre un anno a Reggio Emilia, che per la prima volta ha alzato il velo sulle infiltrazioni mafiose in Emilia Romagna, per decenni sottovalutate. E lo fa proprio in concomitanza con un’udienza dello stesso processo in cui un pentito ha rivelato che, tra i progetti degli ‘ndranghetisti in Emilia, c’era anche quello di uccidere un giornalista scomodo. Notizia che pare non aver toccato in maniera altrettanto significativa la sensibilità degli avvocati».
Del resto, non è la prima volta che sindacato e Ordine dei giornalisti sono costretti a occuparsi di intimidazioni, esplicite o velate, fatte a chi si occupa di informare i cittadini sul processo ‘Aemilia’. «Ricordiamo – proseguono i rappresentanti della categoria – le minacce in aula ai cronisti reggiani, le richieste dei legali degli imputati di celebrare il processo a porte chiuse, le proteste contro i giornalisti già manifestate da alcuni difensori alle Camere Penali di competenza».
Per questo, Associazione Stampa dell’Emilia Romagna e Federazione nazionale della Stampa, in accordo con l’Ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna e con l’Ordine dei giornalisti nazionale, esprimono «grande preoccupazione di fronte a un’iniziativa che pare avere sapore intimidatorio. Gli eventuali comportamenti scorretti dei giornalisti sono di competenza del Consiglio di disciplina dell’Odg, al quale qualunque cittadino può rivolgersi per segnalarli. Riteniamo grave e inquietante che i media debbano essere messi sotto osservazione da un organismo composto solo da avvocati e non da tutte le altre parti chiamate in causa dalla decisione della Camera Penale di Modena. Altrettanto grave e intollerabile riteniamo l’affermazione che i media vengano strumentalizzati dall’ufficio del pubblico ministero e condizionino l’imparzialità dei giudici. Più che di osservatori su chi racconta e su come vengono svelati fatti criminosi sottaciuti per anni in Emilia Romagna – concludo sindacato e Ordine – sarebbe forse opportuno dotarsi di strumenti per mettere immediatamente a fuoco, se non per prevenire, tali delitti».
LE REAZIONI
Aemilia: Penalisti a Odg, Osservatorio non su singolo processo. «Ragioni travisate, così sembra difesa ideologica alla mafia»
La finalità dell’Osservatorio sull’informazione giudiziaria non è indagare un singolo processo e tantomeno il processo di ‘Ndrangheta ‘Aemilia’. Lo chiarisce la Camera Penale di Modena in una nota con cui replica all’Ordine dei Giornalisti e alla Fnsi che ieri hanno definito «inquietante» l’iniziativa.
«Le ragioni della costituzione e le finalità dell’Osservatorio – scrivono il presidente Guido Scola e il responsabile dell’Osservatorio Alessandro Sivelli, rivolgendosi ai rappresentanti dei giornalisti – sono state da Voi travisate e state dando ai lettori un’interpretazione che offende gravemente chi ha deciso di costituire l’Osservatorio e tutta la classe forense».
In conseguenza del travisamento, che si auspica sia «un equivoco», è stata «associata alla nostra iniziativa una difesa ideologica (da noi mai espressa, anche se concorderete che il diritto di difesa processuale spetta a tutti anche ai presunti mafiosi) alla criminalità organizzata, identificando il difensore con l’imputato». (Ansa – Modena, 21 gennaio 2018)