E’ stata una testimonianza forte, una delle prime iniziative del mio mandato, come responsabile di “Articolo21” in Campania. Nel dicembre del 2016, ho affiancato nella comunicazione una mostra, che ha scosso e fatto riflettere tutto il mondo. “Nome in codice Ceasar”, una selezionedelle immagini scattate da Caesar, pseudonimo che protegge l’identità di un ex fotografo della polizia militare del regime siriano, il cui incarico, dal 2011, era quello di fotografare i corpi dei detenuti uccisi dalle torture nelle carceri siriane. L’esposizione, a Napoli nelle Sala delle Terrazze di Castel dell’Ovo, era già stata ospitata al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, al Memorial dell’Olocausto a Washington, al Parlamento Europeo di Strasburgo, a Westminster, a Parigi, Boston, Dublino e, in Italia, al Maxxi di Roma. In quell’occasione ho avuto modo, grazie a Fouad Roueiha (responsabile Siria di Osservatorio Iraq ed esponente del comitato Kaled Bakrawi), di conoscere ed intervistare Mazen Alhummada, ex prigioniero, sopravvissuto alle torture, del girone dell’inferno dell’ospedale militare “Branca 601” di Damasco. 40 anni, ingegnere petrolifero di Deir Al Zour (città di duecentomila abitanti nell’est della Siria), Mazen aveva giurato che se fosse uscito vivo da quel lager avrebbe raccontato a tutto il mondo, quello che accadeva, e ancora si sta perpetuando, nelle carceri siriane del regime di Bashar al-Asad.
Poi, nei primi giorni del 2017 su Articolo21, ho realizzato un’inchiesta che denunciava il precariato giornalistico nella mia dilaniata regione, dove le magre cifre destinate ai collaboratori tendevano, l’anno scorso, addirittura a diminuire. La mia analisi è stata, in seguito, oggetto di un’intervista ad “Operai”, la straordinaria trasmissione di Gad Lerner, su Raitre. Dove, come responsabile dell’associazione per la libertà di stampa, raccontavo la giornata tipo di un giornalista precario. Un guadagno che in Campania si aggira a circa due euro all’ora, molto meno di un lavoratore in un call center, che porta a casa 450-500 euro al mese, per tre ore al giorno di lavoro; o ad un raccoglitore di pomodori, che pure è sfruttato, ma almeno lo sanno tutti…
Ma Napoli è anche salvaguardia della cultura. Più di mille persone si sono alzate in piedi a gennaio, applaudendo commosse, per l’ultimo saluto a Gerardo Marotta, l’avvocato, il “Filosofo di Monte Echia”, che ha speso tutta la sua vita e suoi averi, fino a quasi novanta anni, per “edificare” il pensiero libero del suo martoriato mezzogiorno, costruendo e difendendo negli anni un patrimonio dell’umanità: l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici; per l’Unesco “un’esperienza che non ha eguali al mondo”. In quell’occasione ho lanciato un’iniziativa; “Adottiamo i libri di Marotta!”, una proposta pratica, che attraversa lo stesso meccanismo realizzato da alcuni grandi gestori telefonici. Perché, se siamo tutti orfani, con la fine di un padre del pensiero libero, lo saremo ancora di più se la potenza del suo lascito, deperisce in qualche luogo dimenticato. “Venturi aevi non immemor” (“Conoscere il passato per guardare al futuro”), era scritto sul soffitto del suo Istituto. Per smettere di guardare in basso, bisogna alzare la testa…
Da febbraio 2017 è partito il mio laboratorio, con circa 400 alunni, “Non si imbavaglia la Legalità”, un progetto alla fine del quale, i bambini delle quinte elementari della scuola De Amicis, in collaborazione con professionisti del ramo (Antonio Sasso, direttore del “Roma”, Ottavio Lucarelli, presidente dell’ordine dei giornalisti della Campania, Enzo La Penna dell’Ansa, il fotorepoter Stefano Renna, lo scrittore Domenico Basile), hanno redatto un vero e proprio giornalino. Il laboratorio à rientrato nell’ambito della seconda edizione del festival internazionale di giornalismo “Imbavagliati”: a settembre le lezioni sono iniziate con una gita al Museo Pan, dove i piccoli alunni hanno visitato la mostra “Ri-scatti” su Giancarlo Siani, con una spiegazione sull’importanza simbolica della Mehari, dove il giovane giornalista napoletano fu ucciso dalla camorra. Durante le cinquanta ore di lezione si è voluto cercare di interessare gli aspiranti redattori alla fascinazione del bene, attraverso storie ed esempi di vera legalità e a capire l’importanza della libertà di stampa. Molti gli articoli su Siani ed il Gridas di Scampia.
Ancora a maggio, associazioni no profit, scrittori, artisti, giornalisti minacciati, magistrati, professionisti hanno preso parte alla festa per “Libertà di stampa”, al ristorante “Le Stanze” di Piazza Amedeo, abbracciando idealmente lo spirito di “Articolo21”: quello di essere “rete delle reti” e, quindi, di mettere in comunicazione le varie esperienze associative affini per sensibilità e temi trattati. La serata è stata promossa a Napoli da “Articolo 21, sezione Campania”, “Imbavagliati” (Festival Internazionale di giornalismo civile) e con la collaborazione del “Sindacato Unitario dei Giornalisti della Campania”.
La conferenza ha avuto un inizio simbolico, con il passaggio di consegne, tra Carlo Verna (attuale presidente dell’Ordine Nazionale dei giornalisti), fondatore del presidio napoletano e la sottoscritta, della lista dei primi tesserati, che fin dal 2001, hanno aderito all’associazione, che lotta da oltre 15 anni contro tutti i bavagli; presente il presidente Nazionale della Federazione della stampa, Giuseppe Giulietti e Ottavio Lucarelli (Presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania).
Tante ancora, nel corso dell’anno che ci saluta, le significative iniziative intraprese, per creare una scorta mediatica attorno ai giornalisti minacciati in Campania. Con Claudio Silvestri (segretario del Sindacato Unitario Giornalisti della Regione Campania), Laura Viggiano (componente del direttivo Sugc e rappresentante della Campania in commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi), Lucarelli e Verna, abbiamo portato in molti luoghi della regione, la nostra testimonianza, con convegni, iniziative e dibattiti, per stare vicino ai giovani cronisti aggrediti.
A giugno “CucùTeté! Come appare e scompare la città negli occhi di un bambino”, una mostra (frutto di un concorso internazionale, realizzato a Scampia, per la direzione artistica e l’ideazione di Désirée Klain), è stata da donata alla scuola De Amicis, in una riedizione, curata dall’insegnante Giulia Nardone e, fortemente voluta, dalla preside Adelia Pelosi. Nelle foto il rapporto dell’infanzia con la propria metropoli, il viverla e misurarla, evidenziandone limiti e risorse, ma soprattutto, la capacità di ridefinirne spazi e confini attraverso il gioco. 38 fotografe italiane e straniere, hanno raccontato questi piccoli “eroi” delle battaglie quotidiane, che grazie alla loro fantasia riescono a sopravvivere nelle giungle-city create dai “grandi”. Presentata per la prima volta nel 2010 a Scampia, quartiere della periferia Nord di Napoli, dopo sette anni l’esposizione, in questa nuova veste, è arrivata nella popolosa scuola materna di Chiaia.
A settembre del 2017, sempre nel segno di Articolo21, si è svolta la terza edizione di “Imbavagliati”. Oltre 3000 presenze in sei giorni di incontri, l’attenzione della stampa nazionale e internazionale, 50 ospiti dall’Italia e dal mondo per la rassegna di giornalismo civile che ha dato voce ai coraggiosi giornalisti/testimoni come Ignacio Cembrero (Spagna), Tulio Hernandez (Venezuela), Fehim Taştekin (Turchia), Negar Mortazavi (Iran), Salah Zater (Libia), e ha visto la partecipazione dei giornalisti italiani minacciati Nello Trocchia, Sandro Ruotolo, Paolo Borrometi e Luciana Esposito. La manifestazione ha, poi, ospitato tre tra i più affermati disegnatori e autori satirici italiani: Fabio Magnasciutti, Enrico Caria e Riccardo Marassi, che hanno donato all’iniziativa i loro disegni realizzati “in diretta”. Attraverso la mostra MEMORIA OLVIDADA (di Giuseppe Klain e a cura di Pino Narducci) abbiamo dato il via a una raccolta firme per chiedere l’istituzione di una giornata in memoria di una intera generazione, di cui non c’è più traccia. Negli scatti di Giovanni Izzo (fotografo minacciato per le sue inchieste) si è aperto uno squarcio doloroso sulla difficile realtà di Castel Volturno. Verità e giustizia per Giulio e Ilaria è stato, invece, l’appello finale lanciato da Giulietti, nell’ambito della sezione del Festival dedicato al Premio Siani, da tutti gli ospiti del Festival per fare luce su due vicende che accomunano la battaglia delle famiglie Regeni e Alpi.
Sarà una mostra in cui la diversità è raccontata come una risorsa, la prima iniziativa per la comunicazione gratuita di Articolo21 del 2018. “Sciamani” di Stefania Zamparelli, in programma dal 9 al 24 gennaio 2018 nella sala Foyer del Pan (Palazzo delle Arti di Napoli) è un progetto fotografico realizzato dall’artista napoletana, che ha seguito le attività di “A Ruota Libera Onlus”. L’associazione napoletana fondata nel 2007 da Luca Trapanese, che offre a persone disabili in età post scolare, l’opportunità di socializzare, di coltivare i propri talenti e di integrarsi nella comunità. Il laboratorio di giornalismo. “Non si imbavaglia la Legalità” continuerà il suo percorso nelle scuole medie Adelaide Ristori di Forcella (con l’apporto delle insegnanti Paola De Ciuceis e Rosaria Ciardiello) e alla Tito Livio di Chiaia (con il coordinamento della professoressa Rossanna Paesano). Sempre a gennaio parteciperò, con un mio capitolo dedicato a Yaya Sangare, immigrato che ha visto la morte di tre figli e della moglie al largo delle coste della Libia, ad un libro collettivo realizzato dal Comitato Unicef Campania, presieduto da Margherita Dini Ciacci.
Dopo il successo enorme dell’incontro napoletano, da febbraio con l’ideatore Renato Parascandolo, vogliamo incontrare gli studenti delle province campane, per il concorso “Rileggiamo l’Articolo 21 della Costituzione”. Una manifestazione nazionale dedicata alla libertà d’informazione e che intende avviare tra gli studenti una riflessione meditata e critica sul diritto a informare ed essere informati, ma anche sui vincoli e le regole che devono presiedere alla circolazione delle notizie su Internet.
Insomma un anno di grandi responsabilità ed emozioni, “perché – come ha dichiarato il nostro nuovo presidente, Paolo Borrometi – penso che Articolo21 sia una grande famiglia in cui ognuno sia protagonista”. Ringrazio Barbara Scaramucci, Elisa Marincola, l’instancabile direttore Stefano Corradino. Proseguirò nella mia lotta per la libertà di stampa, in una regione difficile come la Campania, dove è sempre più alta la percentuale della dispersione scolastica. Ed è da lì, che bisogna ripartire. Vorrei, creare, poi, sinergie con diverse associazioni, che operano attivamente nelle periferie napoletane, come il Gridas di Felice Pignataro. Proseguirò, infine, nel far sentire la voce dei precari, attraverso dibattiti, proteste, tavole rotonde ed ogni strumento necessario a una rivalutazione di questa categoria.
A settembre del 2018 si svolgerà la terza edizione di “Imbavagliati”, che mi auguro (così come suggerito, durante il suo intervento al festival, da Giuseppe Giulietti), diventi anche un contenitore di tutte quelle iniziative dedicate alla libertà di stampa. Perché “l’unione fa la forza” in una lotta sempre più difficile. Il festival, realizzato, fin dalla prima edizione con l’Assessorato alla Cultura di Napoli e la Fondazione Polis di Paolo Siani, ha come simbolo la Mehari di Giancarlo Siani e lo slogan “Chi dimentica diventa il colpevole”. E noi non vogliamo dimenticare. Mai!