25 anni fa veniva ucciso barbaramente a Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) un grande collega, Beppe Alfano. Quei tre proiettili calibro 22 della mafia barcellonese oggi non hanno ancora Giustizia. Beppe Alfano non aveva neanche il tesserino da giornalista l’8 gennaio del 1993 e l’Ordine lo conferì alla sua memoria solo nel 1998, ma faceva il “giornalista giornalista”, scrivendo di intrecci tra mafia, massoneria e politica.
Era un Giornalista “rompicoglioni” per passione, uno di quelli che difendevano il termine di “Giornalismo cane da guardia della Democrazia”.
Dopo 25 anni neanche la riedizione di un annullo speciale, pensato dalle Poste Italiane, alla fine è stato realizzato “per un debito pregresso del comune di Barcellona che risale addirittura al 2014”.
Oggi le commemorazioni non aiuteranno la Famiglia a lenire il dolore, sarebbe molto meglio che qualcuno parlasse per aiutare la Giustizia a trovare la verità.
A Beppe Alfano, 25 anni dopo, un grazie di cuore per ciò che ci ha insegnato.