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Albino Longhi, qualche ricordo

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Di Albino Longhi è stato scritto già molto. Aggiungerò qualche riga di aneddoti personali legati al suo terzo mandato al Tg1. Albino era tornato dopo la burrascosa direzione Lerner. Un uomo “maturo” che non conoscevo ma che i più navigati colleghi del Tg1 ricordavano bene. Il suo poteva essere semplicemente questo: un mandato di “saggezza” professionale. Invece Albino si circondò di esperti collaboratori che avevano già esperienza delle “macchina” del Tg1, che non governata adeguatamente aveva già dimostrato di poter disarcionare il suo predecessore. Arrivarono Aldo Monina e Sandro Ceccagnoli. Discreti, presenti, ponevano domande e ascoltavano le risposte. Quel trio di professionisti, ridiede spirito e slancio a una redazione frastornata dai recenti avvenimenti. Erano una piccola squadra, non un uomo solo al comando, che seppe rianimare le forze migliori del Tg1. Una delle prime lezioni: il nostro mestiere non ha bisogno solo di “goleador” ma di vero gioco di squadra. In quei giorni  del terzo ritorno di Albino al Tg1, la mia già lunga carriera in Rai doveva “virare” in una ormai inevitabile assunzione. Ebbi dunque l’insperata fortuna di avere la lettera di incarico firmata da Albino. Pochi mesi dopo Longhi si trovò a gestire quella che fu forse, la più difficile prova giornalistica per tutti: l’11 Settembre. Ricordo che dagli Speciali, la mia redazione, dopo aver “fatto” un primo minuto di “cronaca” degli avvenimenti, mentre era ancora in corso l’edizione straordinaria, spalancai la sua porta. L’espressione tranquilla non celava però la sua concentrazione. Albino stava guidando la più “visibile” macchina informativa italiana, senza ansia. Gli dissi che ero pronto a partire. “Sai l’inglese vero?” rispose Albino e al mio cenno affermativo, il dado era tratto. Cosi, uno “nuovi” del Tg1 ottenne l’avvallo per una delle trasferte più interessanti e impegnative. Quella “forza tranquilla” e la fiducia di Albino, accompagnano e ispirano le mie scelte, oggi in cui la mia attività mi ha portato a gestire il piccolo gruppo di lavoro giornalistico di Petrolio. Grazie dunque, Albino!


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