Auschwitz e un luogo vero, reale, che quando ci vai poi non sei più tu. Cambi fuori. Cambi dentro. E cambi ciò che vorresti intorno. Vedi la vita di chi moriva per dei pazzi e ne senti la sofferenza disumana. E le lacrime scendono per tutto il percorso. Un viaggio che deve restare nella memoria. La memoria è ciò che salva. È il racconto di tutti quei capelli, di tutte le scarpe che non hanno mai piu camminato. 27 gennaio 1945 i cancelli di Auschwitz furono abbattuti.
Il campo di sterminio di Auschwitz rivelava cosi orrore e morte. La pura follia del genocidio nazista. Dal 2005 si ricordano le vittime dello sterminio. La liberazione di Auschwitz seguiva il tentativo di cancellarne le tracce dei crimini nazisti. Era il 20 gennaio quando i nazisti fecero saltare i forni crematori , dove migliaia di corpi furono bruciati. Le truppe sovietiche entrarono nel campo di sterminio. Migliaia di prigionieri ancora in vita erano li, abbandonati dai nazisti, malati, con gli occhi di chi ha visto tutto.
Circa 6 milioni di Ebrei vennero uccisi dai nazisti del Terzo Reich in nome della razza ariana pura. Lo sterminio razzista antisemita aveva radici nel progetto di un mondo puro e da tutto ariano. La soluzione finale era quindi lo sterminio. Fu avviato un lento e progressivo processo di ghettizzazione degli Ebrei dalla società tedesca. Arrivo’ prima la notte dei cristalli, poi il ghetto ebreo, e le vergognose leggi di Norimberga. In tutta la Germania le sinagoghe furono date alle fiamme e e distrutti i negozi ebraici. Auschwitz, Dachau, Bergen Belsen Mauthausen furono i campi in tutta Europa.
La giornata della memoria sarà il tema di un incontro a Taranto nel salone degli Specchi del Comune. Come in ogni luogo in cui la memoria ha un senso. E raccontare diventa un dovere. Ricordare un diritto. Il vento soffia all’anima che s’ interroga lasciando cadere una parola nel cuore, in silenzio…perche’?
Foto: Vincenzo Aiello