Sempre meno posti di lavoro contrattualizzati e sempre più lavoratori precari, il governo assente, o meglio, presente solo a parole sui grandi temi dell’informazione, la tentazione del bavaglio che ritorna puntuale nella normativa sulle intercettazioni, la piaga dei cronisti minacciati e delle querele temerarie, tanto altro…
Comincia così il 2018 per i giornalisti italiani. La tanto attesa riforma dell’editoria ha portato altri 45 milioni di denaro pubblico. Peccato sia stato permesso alle aziende di usarli solo per portare a compimento i propri processi di ristrutturazione, per rottamare giornalisti attorno ai sessant’anni senza sostituirli. Zero euro per nuovi posti di lavoro. I prepensionamenti sono il nuovo grande ammortizzatore sociale, ha detto Marina Macelloni, presidente di quell’Inpgi in grande difficoltà per la continua emorragia di posti di lavoro.
“L’informazione – ha scritto Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi – deve essere libera, ma non troppo. Questa amara considerazione descrive bene l’atteggiamento della politica nei confronti di un settore vitale per la vita democratica del Paese. Un’informazione veramente libera può infatti rappresentare un problema. Perché racconta i fatti, illumina le periferie della società, della politica e dell’economia. In una parola, dà fastidio ai poteri. A parole quasi nessuno dirà mai di non volere una stampa libera. Nei fatti, però, quella dei giornalisti e del mondo dell’informazione è una quotidiana corsa ad ostacoli”.
Il Friuli Venezia Giulia purtroppo non è da meno. Le stesse criticità nazionali si scontano in proporzione anche da noi. Rai regionale, Piccolo e Messaggero Veneto (entrambi soggetti alle grandi sinergie dell’operazione Stampubblica), Gazzettino, Primorski Dnevnik, agenzie di stampa, emittenza privata, uffici stampa della pubblica amministrazione, l’universo del web e delle testate più piccole…
All’orizzonte forse due sole speranze. L’annunciata ripresa nelle prossime settimane della trattativa sul nuovo contratto di lavoro, ferme da un anno, a fronte delle irricevibili richieste degli editori, tese a ulteriori riduzioni del costo del lavoro (l’Fnsi ha chiesto e chiede solo posti di lavoro).
A livello regionale, la tanto attesa legge sull’editoria: c’era stato un preciso impegno a inizio legislatura, vediamo che cosa riusciamo a portare a casa in extremis, ora che sta per concludersi. E va segnalata la nascita del presidio regionale di Articolo 21, coordinato da Fabiana Martini.
In questa situazione di grande difficoltà, l’Assostampa Fvg continua a fare la sua parte all’interno della Fnsi, sindacato unitario dei giornalisti italiani. Il lavoro, il contratto, la tutela dei colleghi più deboli e dei cronisti minacciati rimangono le nostre priorità. E l’appello conclusivo è quello di sempre: iscrivetevi al sindacato, a quel sindacato di cui spesso ci si ricorda solo nel momento del bisogno. L’Assostampa Fvg anche quest’anno ha le quote d’iscrizione immutate, fra l’altro le più basse d’Italia. E c’è sempre la possibilità di chiedere l’iscrizione gratuita per i colleghi in difficoltà economica.
* presidente Assostampa Fvg; componente giunta esecutiva Fnsi