Trump ha bisogno di guerra fuori, per coprire i suoi guai in casa. Lo scandalo dei suoi rapporti con la Russia va nascosto dirottando l’attenzione dell’opinione pubblica nazionale e mondiale altrove. Così, visto che non può incendiare il teatro della Nord-Corea per via della Cina, butta il fiammifero nel pagliaio palestinese. Un popolo senza particolare protezioni internazionali, che il presidente Usa considera un facile bersaglio, ora che Israele tiene buona l’Arabia Saudita, in funzione del comune nemico iraniano.
L’Europa? Stigmatizza e auspica. L’Italia fa ancora una volta l’italietta. Adeguandosi prontamente alla richiesta d’imperio degli israeliani di citare Gerusalemme – senza separazioni – nel programma ciclistico del Giro d’Italia, per non perdere la loro sostanziosa sponsorizzazione. Ora, alla luce del degenerare dei fatti, sarebbe doveroso e decoroso inviare un segno di disapprovazione verso la provocazione della nuova sede dell’ambasciata, almeno annullando la presenza del Giro d’Italia in Israele. Poi penso che al governo c’è Gentiloni, al Ministero degli Esteri Alfano e mi sento subito di aver esagerato nella richiesta.
Iscriviti alla Newsletter di Articolo21