Siamo forti ragazzi!

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Un’associazione che all’unanimità sceglie un presidente di 35 anni, conferma e rinnova il suo vertice, approva un progetto importante e impegnativo per il nuovo anno, apre un canale privilegiato con le scuole, coltiva rapporti con i colleghi di tutto il mondo, corre – letteralmente – dovunque ci sia un giornalista minacciato…un’associazione così dobbiamo tenercela stretta davvero! Siamo forti ragazzi! Articolo 21 è una gran bella realtà, e lo diciamo anche con un pizzico di orgoglio noi che l’abbiamo fondata. Orgoglio e forte rimpianto per chi allora c’era e oggi non c’è più– e penso all’ultimo che ci ha lasciati, Raffaele Siniscalchi – ma anche consapevolezza che i tempi purtroppo sono sempre più difficili e l’unica speranza sono i giovani.

Paolo Borrometi è un presidente in controtendenza dal punto di vista dell’età,  ma il suo nome (lasciando da parte i problemi personali che mi hanno costretta alle dimissioni) è una garanzia di rinnovamento nella continuità. Scegliere Paolo significa che Articolo 21 ha fatto quella buona semina che evocai in occasione dell’evento di Assisi, attraendo colleghi delle nuove generazioni, e realizzando quella logica alternanza che non dovrebbe prevedere uno spasmodico attaccamento alla poltrona da parte dei più anziani né una superficiale rottamazione degli stessi da parte dei giovani. Il futuro si costruisce insieme, con la saggezza degli uni e l’energia degli altri.

Dunque si può ben sperare per i prossimi impegni di Articolo 21. Ancora una volta dico che sarebbe bello non doverci impegnare più sui terreni delle minacce ai cronisti onesti, della persecuzione dei giornalisti liberi e indipendenti, del rispetto dei diritti del lettore, della difesa del servizio pubblico radiotelevisivo…sarebbe bello se la difesa dell’articolo 21 della Costituzione non fosse necessaria perché acquisita davvero e ritenuta dal potere e dalla società come qualcosa di indispensabile, come l’aria che respiri. Invece questa necessità c’ è e ci sarà ancora per molto tempo, e la nostra associazione ha un ruolo importante che gestirà sempre meglio, anche in sempre più stretta sintonia con la Fnsi e con l’Ordine dei giornalisti.

Il percorso di alcuni di noi, Beppe Giulietti per primo, parte da lontano, da quell’incontro nato da un passa parola (in una società senza mail, senza internet, senza cellulari), da un modo uguale di sentire i problemi, che ci portò sul colle di Fiesole a trovarci fra colleghi di provenienze culturali, religiose e politiche diverse e anche apparentemente distanti ma che avevano in comune una preoccupazione: quella della libertà e della correttezza dell’informazione, l’etica della professione e il senso del dovere. Portammo quel messaggio all’interno della Federazione e vincemmo. Era ottobre del 1986, Paolo Borrometi aveva tre anni, altri amici impegnati oggi nell’associazione non erano nati. Tutto questo mi sembra bellissimo e felicemente anomalo nel panorama italiano.

Anche per questo sono felice di essere il presidente onorario – una carica un po’ inventata, ma che importa – di un gruppo così e dico grazie a tutti, con u unico grande abbraccio, come si può fare in una bella e grande famiglia.


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