E’ inaccettabile che la salma di Vittorio Emanuele III, il “re vergognoso” d’Italia, torni con l’avallo del Presidente della Repubblica e del Governo, senza che noi cittadini fossimo minimamente consultati. A cose fatte, scopriamo che il Quirinale è stato ringraziato dalla famiglia Savoia per la discrezione con cui ha condotto le trattative con l’Egitto, dove era stato sepolto – per il giusto esilio – questo uomo vile e crudele. Inoltre, oltre alla prepotenza della decisione, abbiamo dovuto subire anche l’umiliazione di pagare come contribuenti il rientro, in quanto avvenuto con un volo di Stato. Tutto ciò è indegno, perché siamo stati trattati da sudditi a cui si impone di chinare ancora il capo al passaggio del “re vergognoso”.
Lo stesso che ha firmato le leggi razziali negando dignità e vita a inermi cittadini italiani ebrei. Che non ha fatto nulla contro la violenza eversiva di Mussolini, neanche quando apparve evidente la responsabilità del duce nel delitto Matteotti, decretando così la fine dell’immunità del dissenso e il via libera all’eliminazione fisica degli oppositori. Ma il “re vergognoso” è responsabile anche di una profonda tara culturale nel popolo italiano. Perché quando scappò nel momento in cui la Patria avrebbe avuto più bisogno di una guida, inaugurò il concetto del “farsi gli affari propri”, minando così il valore della responsabilità civile dei cittadini – primo elemento di coesione sociale – che invece in Italia è debole, proprio perché quella fuga fu il disconoscimento al più alto grado del senso del dovere civile.
Pertanto, chiedo conto al Presidente Mattarella e al Capo del Governo Gentiloni di questo grave insulto nazionale. E costituzionale.
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