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Presidio antifascista dopo il blitz di Forza Nuova, in piazza giornalisti e tante associazioni

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I rappresentanti della categoria al fianco dei colleghi presi di mira dai militanti di estrema destra. «Respingiamo al mittente pseudoproteste che sono in realtà delle minacce». «Saremo ovunque si tenterà di intimidire i cronisti», ribadiscono il segretario della Fnsi, Lorusso e il presidente dell’Odg, Verna.
Tanti giornalisti, i rappresentanti dei sindacati, esponenti della politica, ma soprattutto associazioni e cittadini che hanno a cuore la Costituzione e i valori su cui si fonda la Repubblica Italiana, quei «due pilastri principali – come ha ricordato il direttore dell’Espresso, Marco Damilano – su cui è costruito il nostro Paese: la libertà di stampa e l’antifascismo».

Raccogliendo l’appello dell’associazione Articolo21 e della rete NoBavaglio, i manifestanti si sono raccolti sotto la sede di Repubblica e L’Espresso per esprimere solidarietà ai giornalisti vittime del blitz di Forza Nuova della scorsa settimana, ma anche per protestare contro ogni tentativo di intimidire i cronisti, «portatori – ha ribadito il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna – del diritto dei cittadini ad essere informati».

Al presidio anche i rappresentanti della Federazione nazionale della Stampa, dell’Odg, dell’Usigrai, dell’Ungp, della Casagit, dell’Associazione Stampa Romana, dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, di Ossigeno per l’Informazione, dei comitati di redazione dei principali quotidiani italiani.

«Siamo qui tutti insieme – ha spiegato il segretario generale della Fnsi Raffaele Lorusso –per esprimere vicinanza ai giornalisti presi di mira per via del loro lavoro e per fermare le “testate” contro la libertà di informazione e contro la Costituzione. Quanto è successo è inaccettabile. I valori antifascisti non possono essere messi in discussione da un manipolo di facinorosi a volto coperto, né a Roma, né a Napoli. Il sindacato dei giornalisti sarà presente ovunque si tenterà di intimidire i colleghi».

Per il presidente dell’Ordine, Carlo Verna, «questo presidio dimostra che da una cosa volgare può nascere una cosa bella. Non accettiamo pseudoproteste che sono in realtà delle minacce. Vogliamo invece riaffermare i valori della democrazia e quanto sia importante la determinazione dei giornalisti per un’informazione di qualità a tutela della qualità della democrazia. Va respinto al mittente qualunque forma di intimidazione e bisogna farlo per conto dei cittadini, che sono i titolari del diritto ad essere informati».

E il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, ha espresso «solidarietà ai colleghi di Repubblica e L’Espresso e a tutti i colleghi colpiti in questi mesi dalle “testate” all’articolo21 della Costituzione, “testate” che non sono solo contro i cronisti, ma il cui intento è colpire il diritto dei cittadini ad essere informati. Il blitz di Forza Nuova – ha osservato – è stato scatenato dalle inchieste pubblicate da questi due giornali. Gli aggressori sono venuti qui perché i colleghi hanno “illuminato” i traffici e dei covi di questa gente. L’appello della Fnsi è allora quello di riprendere e rilanciare le inchieste per le quali sono stati minacciati i cronisti, in questo caso del gruppo L’Espresso, in altri casi di altri giornali. Facciamo sapere che c’è una firma collettiva dei giornalisti italiani sotto le inchieste dei colleghi a cui si vorrebbe mettere il bavaglio».

In piazza anche il segretario confederale Maurizio Landini e la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso. «Siamo preoccupati – ha detto Camusso richiamando anche i recenti fatti di Como e di Forlì – per la sottovalutazione di questi episodi nel nostro Paese. Si tratta di un attacco alle libertà civili, alla libertà di stampa e di espressione. Ma anche di un attacco alle leggi del nostro Paese. Le leggi ci sono ma bisogna usarle per difendere i valori della democrazia  con tutte le iniziative possibili».

Gianfranco Pagliarulo, del Comitato nazionale dell’Anpi, ha parlato di «un pericolo che riguarda la libertà di stampa e libertà di fare inchiesta. Ma anche e soprattutto – ha detto – sono un pericolo le parole usate per rivendicare il blitz dagli attivisti di Forza nuova che si dichiarano pronti usare calci e pugni per difendere questo Paese».  E Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia ha ribadito che «attacchi come questi sono attacchi contro i diritti e vanno condannati contro ogni forza».

Poi il direttore dell’Espresso, Marco Damilano, nel ringraziare i partecipanti, «soprattutto – ha evidenziato – i non giornalisti, che sono i lettori che danno forza al nostro lavoro», ha ricordato l’omicidio di Carlo Casalegno ad opera delle Br, «per dire che la storia della violenza contro i giornalisti non conosce colore politico. Il nostro Paese – ha concluso – si fonda su due principi: la libertà di stampa e l’antifascismo. Questi due valori sono stati attaccati qui qualche giorno fa, ma sono spesso sotto attacco in questo Paese. Il giornalismo è l’infrastruttura della democrazia, chi attacca i giornalisti attacca lo stato democratico».

Infine il direttore di Repubblica, Mario Calabresi, ha rilevato come la faccenda non riguardi solo un gruppo editoriale e un’associazione fascista. «Quello che preoccupa – ha detto – è lo slittamento in corso per cui la società accetta sempre più parole d’ordine come quelle lanciate contro di noi. Preoccupante è che si prenda di mira un giornale che si schiera per lo ius soli perché “in nome della difesa della razza e del popolo italiano” bisogna far tacere i giornalisti definiti “infami” e “terroristi”. Preoccupa che queste persone sentano di potersi permettere di dire e fare quello che hanno detto e fatto. Non può passare idea che la nostra convivenza sociale sia messa in discussione da gruppi di violenti. Noi continueremo a fare inchieste per assicurare ai cittadini il diritto all’informazione e perché è cruciale che in Italia non ci si rassegni a tollerare gruppi che predicano violenza».


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