Un passaggio «molto importante» commentano i deputati Walter Verini e Dario Ginefra, che hanno presentato il testo in commissione Bilancio alla Camera. «Resta il rammarico per la mancata ammissione delle proposte sulla cancellazione del carcere per i giornalisti e sul contrasto alle querele temerarie», rilevano il segretario Lorusso e il presidente Giulietti.
Ammissibile. L’emendamento alla legge di Stabilità che impedisce l’uso dei contratti di co.co.co nel settore giornalistico ha passato il primo vaglio della commissione Bilancio. La norma, con cui si punta a contrastare l’abuso di lavoro precario nel settore dell’informazione, è stata presentata dai deputati Walter Verini e Dario Ginefra.
Si tratta di «un passo decisivo per il riconoscimento di garanzie e tutele di legge e di contratto a quanti sono di fatto lavoratori dipendenti, ma non si vedono riconoscere alcun diritto», è il commento del segretario generale e del presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti.
«Il ricorso massiccio alla figura del co.co.co – spiega il sindacato dei giornalisti – rappresenta una discriminazione rispetto a tutti gli altri lavoratori, che è diventata un’emergenza di dimensioni analoghe a quelle che hanno portato all’abolizione dei voucher nel sistema generale. È auspicabile che governo e Parlamento diano seguito alle manifestazioni di solidarietà nei confronti della parte più debole del mondo dell’informazione e, insieme a tutto il pacchetto lavoro, approvino questa proposta che rappresenterebbe un deciso passo in avanti sulla strada del riconoscimento della dignità del lavoro e delle persone, oltre che della lotta al precariato».
Auspicio condiviso dai promotori dell’emendamento, Verini e Ginefra, per i quali si tratta di un passaggio «molto importante, perché consentirebbe di recepire una recente giurisprudenza del Consiglio di Stato secondo la quale il lavoro giornalistico è sempre connotato ‘da alcuni caratteri del lavoro subordinato’ e pertanto deve essere ‘meritevole di tutele assimilabili a quelle ad esse assicurate’».
Non sono stati ammessi, invece, gli emendamenti sulla cancellazione del carcere per i giornalisti e sul contrasto alle querele temerarie. In questo caso la Fnsi esprime «rammarico», ma anche «l’auspicio che, pur in conclusione di legislatura, il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, trovi lo strumento adeguato per sottoporre le questioni all’esame del Parlamento», concludono Lorusso e Giulietti.
Sui temi del lavoro, anche nel settore giornalistico, è intervenuta anche la presidente della Camera, Laura Boldrini, nel corso della tradizionale cerimonia per lo scambio di auguri natalizi con la stampa parlamentare. «Gli editori investano nei contratti invece di tenere i giovani giornalisti a 10 euro. Perchè a 10 euro a pezzo, come si può pretendere che si faccia anche il riscontro delle fonti? È una presunzione un po’ strana», ha detto.
E, più in generale, la seconda carica dello Stato ha ribadito: «La parola chiave è lavoro, lavoro per i giovani e per le donne. Non è possibile che lavorino tre mesi e poi si fermino. Da lì si capisce l’assenza di prospettiva. La mancanza di lavoro corrode la democrazia. Si tratta – ha insisitito – di un’urgenza democratica. Ci sono segnali positivi di ripresa e siamo felici che questo sia accaduto, però questa ripresa deve essere tradotta nella vita delle famiglie. Ci sono ancora rabbia e rancore perché l’ascensore sociale che ci aveva accompagnati in precedenza ora si è bloccato. La lotta alla disuguaglianza deve essere l’impegno numero uno se vogliamo abbassare la rabbia e il livore. Senza prospettiva non ci sono né speranza né fiducia».