Grasso c’è. Porta in dote alle sinistre che si uniscono (MPD, SI, Possibile) la sua credibilità civile di giudice antimafia scampato a un attentato, la sua autenticità di ex “ragazzo di sinistra”, il suo attaccamento alla Costituzione, proprio alla vigilia dell’anniversario della vittoria del NO al referendum.
Lo spazio eventi dell’Atlantico Live gremito anche nei posti in piedi vuole sentire parole di cambiamento e lui non delude. Cita l’articolo 3 della Costituzione come fosse un programma politico: rimuovere gli ostacoli che impediscono sviluppo e partecipazione. Parla – con quel minimo d’impaccio da politico non consumato – di fisco progressivo, dignità del lavoro, rilancio dell’istruzione pubblica, quasi a voler punteggiare i temi dove il PD ha fallito o tradito.
Sarebbe un bell’inizio se ci fossero pure Montanari e Falcone. Ma l’impedimento per gli organizzatori del Brancaccio è di aver calato Grasso dall’alto, senza partire invece dal basso, aprendo la metà delle candidature del nascente “Liberi e Uguali” a nuovi attori della società civile. Una cessione di potere che avrebbe dato grande originalità e energie fresche al nuovo soggetto. Ma il filo non si è spezzato. Ci vorrà tempo e volontà di incontro per trovare un innesto di civici, senza perdere di vista la priorità del programma.
Varo rischioso? Sì, come quando si lascia il confort dei grandi partiti, per azzardare un cambiamento profondo. Ma c’è un’intera classe di lavoratori, precari, disoccupati, scoraggiati, bisognosi, che cerca protezione, opportunità, dignità. Bisogna ascoltare chi sta patendo da troppo tempo l’ingiustizia sociale. Perché se la sinistra non dà risposte alle aspettative ancora vive, la destra s’ingrasserà con le carogne della speranza morta.
Iscriviti alla Newsletter di Articolo21