Le battaglie giuste dei lavoratori si possono vincere, come Melegatti e Ryanair, anche nel 2017

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Senza trionfalismi né riesumando slogan del passato possiamo tranquillamente gioire per due successi importanti nel campo del lavoro: i dipendenti della Melegatti di Verona non andranno in cassa integrazione ma riprenderanno a giorni a lavorare per i dolci pasquali, il personale di volo, piloti compresi, di Ryanair è stato chiamato per la prima volta ad un tavolo di trattativa dai padroni irlandesi della compagnia low cost, che ha riconosciuto le loro organizzazioni sindacali e ha anche dato assicurazioni al governo italiano.

Problemi ne restano in abbondanza, ma le due storie si intrecciano in questi mesi di fine 2017 e ci raccontano qualcosa di diverso rispetto all’ultimo decennio. Intanto l’uso della rete in modo positivo, evento diventato sempre più raro: quando, come tanti, ho cominciato a ricevere su whatsapp i messaggi di comprare il pandoro Melegatti per salvare i lavoratori ho avuto i soliti dubbi di una campagna kake da evitare. Ma poi ho messo insieme i nomi di chi mi inviava i messaggi e mi sono informata di quello che stava succedendo a quell’azienda. Come tantissimi a Roma ho cominciato a chiedere in tutti i supermercati e nelle pasticcerie il pandoro Melegatti e non c’era, a Roma non si trovava, ma spesso mi chiedevano: come mai volete tutti Melegatti quest’anno? Cavolo, era andata, i consumatori con i lavoratori! E infatti campagne sui social e tam tam in aumento fino a quado si è saputo che il milione e mezzo di pezzi erano stati venduti, quasi tutti al nord, ma non bastava per salvare il posto di lavoro ai dipendenti. E ancora campagne social per sostenere il sacrificio di chi combatteva per salvare il posto di lavoro e l’intera azienda, sul cui andamento avevano influito negativamente solo scelte del management e non la professionalità dei lavoratori. E ora Il ripensamento, gli ultimi 5.000 pezzi in vendita allo spaccio aziendale e la ripresa della produzione in vista delle feste pasquali.

Giornalisticamente si vende benissimo come favola di Natale e un po’ lo è, ma è soprattutto un paradigma di come oggi, 50 anni dopo, le battaglie che furono fatte a base di scioperi e cortei si possono vincere con la stessa determinazione e solidarietà di allora ma usando i mezzi della società contemporanea. Una storia importante.

Come importante è stato, dalla scorsa estate, il cambio di passo da parte di tutti i lavoratori delle compagnie low cost mondiali. Forse è anche un segno dell’inizio della fine della crisi. Ma certamente è il segno che senza diritti non si può lavorare, perché due decenni di anni 2000 un personale qualificato e specializzato non può essere minacciato, non gli si possono conteggiare le boccette di profumo vendute e i minuti passati ai toilette, perché la schiavitù è stata abolita da un paio di secoli per tutti. Piloti compresi.

Non si sa esattamente dove la scintilla sia partita, ma la vicenda Rayanair è un altro punto di non ritorno che ricorderemo. Il nostro governo questo caso lo ha gestito bene ed è stato dalla parte dei lavoratori e può prendersi un giusto merito nell’aver contribuito ad una svolta epocale nel settore. La compagnia, infatti, riconosce le organizzazioni sindacali in ogni paese dove opera “nell’interesse dei clienti”.  Ma adesso il tavolo si apre e parte un percorso a livello europeo che fino a un anno fa sembrava impensabile.

Dunque si può. Si possono vincere battaglie per tutelare il lavoro anche nel 2017. Con mezzi nuovi, con spirito nuovo, ma con la solidarietà antica. E con i sindacati. Con buona pace di chi pensava che ormai i lavoratori dovessero solo dire “sissignore”, prendersi tutto, dal contratto di tre giorni allo stipendio dimezzato, e ringraziare anche. E ora seguiamo con attenzione un altro punto cruciale del problema, quello dei lavoratori dei giganti del web: Amazon in Italia ha dato i suoi segnali, stiamo accanto a quei lavoratori illuminando le loro battaglie, anche piccole, anche personali. Illuminare con l’informazione seria, professionale, indipendente, è sempre più importante nel mondo contemporaneo.


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