Grazie al movimento 5 stelle, che ha fatto mancare il numero legale, si è interrotta la discussione appena avviata sul provvedimento in materia di cittadinanza. Si conclude così, a meno di un miracolo, il percorso tanto accidentato della legge sullo ius soli in questa legislatura.
Si lascia dunque senza risposta la domanda, proveniente da oltre ottocentomila minori, del riconoscimento della piena titolarità di doveri e diritti. Di conseguenza, dopo quattro giorni e mezzo, concludo il mio sciopero della fame, iniziato nella serata di lunedì 18 dicembre, a sostegno di questo importante provvedimento.
La mia è, evidentemente, un’ammissione di sconfitta.
Ma, a vincere non è stata la pavidità spaccona della Lega e della destra, entrambe afflitte da un’ossessiva sindrome dell’invasione e da una nevrosi da assedio, che si trasformano in panico di fronte a minori che chiedono semplicemente “il diritto di avere diritti”.
E, a vincere, non è stato nemmeno l’opportunismo piccino di 5 stelle. Un soggetto politico che ha la civetteria di definirsi movimento, ma che rivela tutto l’apparato culturale e psicologico di un partito leninista. Nonostante molti senatori condividano interamente lo ius soli, non uno di loro si è pronunciato a favore.
Dunque, a vincere in questa vicenda è stata l’ideologia della paura e un’idea pre-moderna della cittadinanza.
Almeno per ora.