In tanti davanti alla sede di Repubblica-l’Espresso per dire no alle intimidazioni neofasciste

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Si è tenuto ieri pomeriggio il presidio antifascista promosso da Articolo21  dalla rete No Bavaglio per solidarietà ai giornalisti della Repubblica e dell’Espresso davanti alla sede delle due testate dove ha avuto luogo l’incursione di Forza Nuova. Tanti giornalisti, i rappresentanti dei sindacati, esponenti della politica, ma soprattutto associazioni e cittadini che hanno a cuore la Costituzione.
“Questa non è una manifestazione, ma una reazione spontanea” ha detto Marino Bisso, giornalista di Repubblica nell’introdurre l’iniziativa. Non abbiamo paura di quelle quattro persone mascherate venute qui la settimana scorsa: quello che invece ci fa paura e’ l’ideologia di odio che c’e’ dietro quelle maschere”. “Abbiamo voluto rivolgere un appello a tutti coloro che hanno a cuore la democrazia e la libertà dell’informazione – ha sottolineato Elisa Marincola portavoce di Articolo21 che ha elencato e ringraziato le tante organizzazioni presenti e quelle che hanno aderito. “Sono associazioni molto diverse ma unite da un principio: contrapporsi a ogni violenza contro la Costituzione e la libertà di informazione”, ha detto Giuseppe Giulietti presidente Fnsi. “Gli aggressori sono venuti qui perché i colleghi hanno “illuminato” i traffici e dei covi di questa gente. L’appello della Fnsi è allora quello di riprendere e rilanciare le inchieste per le quali sono stati minacciati i cronisti, in questo caso del gruppo L’Espresso, in altri casi di altri giornali. Facciamo sapere che c’è una firma collettiva dei giornalisti italiani sotto le inchieste dei colleghi a cui si vorrebbe mettere il bavaglio”.

“Siamo qui tutti insieme – ha spiegato il segretario generale della Fnsi Raffaele Lorusso –per esprimere vicinanza ai giornalisti presi di mira per via del loro lavoro e per fermare le “testate” contro la libertà di informazione e contro la Costituzione. Quanto è successo è inaccettabile. I valori antifascisti non possono essere messi in discussione da un manipolo di facinorosi a volto coperto, né a Roma, né a Napoli. Il sindacato dei giornalisti sarà presente ovunque si tenterà di intimidire i colleghi”.

Per il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Verna, «questo presidio dimostra che da una cosa volgare può nascere una cosa bella. Non accettiamo pseudoproteste che sono in realtà delle minacce. Vogliamo invece riaffermare i valori della democrazia e quanto sia importante la determinazione dei giornalisti per un’informazione di qualità a tutela della qualità della democrazia. Va respinto al mittente qualunque forma di intimidazione e bisogna farlo per conto dei cittadini, che sono i titolari del diritto ad essere informati».

In questo luogo c’e’ stata una manifestazione di intimidazione, ma non e’ questo che ci preoccupa: cio’ che ci preoccupa, e che e’ il punto cruciale, e’ il fatto che oggi ci sia in Italia una accettazione di gruppi che predicano la violenza”. Lo ha detto il direttore di Repubblica, Mario Calabresi, intervenendo davanti alla sede del giornale nel corso del presidio organizzato in seguito al blitz, avvenuto la settimana scorsa di alcuni militanti di Forza Nuova. “Quello che e’ grave – ha aggiunto Calabresi – e’ il fatto che quelle persone si permettano di dire certe cose, ma lo fanno perche’ c’e’ un humus nel Paese contro la stampa”. Ringraziando per la solidarieta’ espressa nei confronti del giornale, Calabresi ha poi spiegato che i militanti di Forza Nuova hanno attaccato il quotidiano perche’ difende lo Ius soli e per le inchieste che Repubblica ha realizzato sui gruppi neofascisti. “Continueremo a esprimerci in favore dello Ius soli perche’ per noi e’ una cosa di civilta’ – ha concluso Calabresi – e allo stesso modo continueremo a fare le nostre inchieste su questi gruppi”.

Marco Damilano, direttore dell’Espresso, ha ricordato che la violenza contro i giornalisti in Italia “non ha colori politici”, dato che anche le Brigate Rosse uccisero un giornalista. Damilano ha poi ribadito, come il direttore Calabresi, che i giornalisti del gruppo L’Espresso-La Repubblica sono stati attaccati per la difesa dello Ius soli e per le inchieste sui gruppi neofascisti che hanno realizzato.

Dobbiamo tutti essere custodi della liberta’ e delle regole democratiche costituzionali e chi si occupa della scena pubblica deve garantire innanzi tutto la liberta’, a partire da quella della stampa”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, intervenendo al presidio organizzato davanti alla sede di Repubblica come risposta al blitz di alcuni militanti di Forza Nuova avvenuto la scorsa settimana. “Le leggi nel nostro Paese ci sono – ha sottolineato Camusso – ma bisogna difendere i valori della democrazia con tutte le iniziative possibili. Chi minimizza questi fatti – ha concluso la sindacalista – non ha il senso delle parole di liberta’ e democrazia”.

Gianfranco Pagliarulo, del Comitato nazionale dell’Anpi, ha parlato di «un pericolo che riguarda la libertà di stampa e libertà di fare inchiesta. Ma anche e soprattutto – ha detto – sono un pericolo le parole usate per rivendicare il blitz dagli attivisti di Forza nuova che si dichiarano pronti usare calci e pugni per difendere questo Paese».  E Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia ha ribadito che «attacchi come questi sono attacchi contro i diritti e vanno condannati contro ogni forza».

Tra le sigle che hanno aderito all’iniziativa promossa da Articolo21 e Rete No Bavaglio ci sono Fnsi, Ordine nazionale dei giornalisti. Usigrai, Casagit, Stampa Romana, Sindacato cronisti, Ordine giornalisti Lazio, Cdr Repubblica, Cdr Corriere Sport, Libera, Emergency, Carta Regione Lazio, Tavola per la Pace, Fiom, Arci nazionale, Anpi nazionale e Roma, Libertà e Giustizia, Associazione Stefano Cucchi Giornale Radio Sociale Gaynews, Gay net, Progetto Diritti, Baobab Casetta Rossa, A mano disarmata, Prc Roma, Caff Cgil, Articolo 3 Oltre Orizzonte, Iris, Andromeda, Collegio ostetriche, 


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