L’Ordine dei giornalisti ha delle responsabilità verso la categoria e il suo sindacato unico e unitario che intendo assumermi. Il non essere riusciti ad ottenere finora la riforma dell’accesso alla professione rischia di essere un consistente involontario contributo a un sistema perverso basato sullo sfruttamento in cui uno dei modi per non pagare o retribuire con compensi miserrimi e’ costituito dalla possibilità di reclutare a costo zero o quasi un numero illimitato di aspiranti giornalisti, che scrivendo e lavorando all’interno delle redazioni saranno poi gratificati con riconoscimenti ordinistici. Se non si spezza questo circolo vizioso si costringe la Fnsi a sedersi ai tavoli contrattuali con le mani legate dietro la schiena, poi magari la si critica anche.Come giornalista che proviene da una lunga militanza sindacale mi conserverei anche il diritto di dissentire da eventuali inefficienze dei vertici dell’organizzazione di categoria, dopo aver fatto, pero’, la mia parte per metterli nelle condizioni minime per fare al meglio il bene comune.
Altri obiettivi importanti sul tema della libertà di stampa dovranno essere perseguiti proprio insieme alla Federazione della stampa. Al premier Gentiloni durante la conferenza di fine anno ho detto pubblicamente che vorremmo confidare in Roma piuttosto che in Strasburgo, perchè l’Italia culla del diritto non può essere dietro la Cedu, la corte europei dei diritti dell’uomo sui temi della libertà di stampa. Se non ci saranno passi avanti dovremo insieme al sindacato organizzarci per devolvere alcune questioni irrisolte ai giudici che operano oltre i confini del nostro Paese. Altrimenti l’informazione rischia di essere un potere di controllo sbiadito vulnerato dalle leggi, dalla precarietà delle vite di tanti giornalisti,dalle minacce fisiche (grazie ancora, però al ministro Minniti per l’istituzione del centro di coordinamento per la sicurezza dei giornalisti) e morali costituite dalla querele bavaglio di chi non vuole si parli dei propri traffici oscuri,dalla delegittimazione che scaturisce dalle fake news, che la gente non riesce a riconoscere come non provenienti dal giornalismo professionale. Se a questo potere di controllo non saranno restituite capacità di incidere e autorevolezza sarà la qualità della democrazia ad abbassarsi pericolosamente. Ci vorranno molte energie per ribaltare il tavolo, proveremo a mettercele, anche coordinando le tante le risorse e idee che ci sono all’interno della categoria.
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