Alla Maker Faire Rome presentate le innovazioni sociali: droni per velocizzare la ricerca di dispersi in montagna a seguito di valanghe, il pattino elettrico “salva naufraghi”, il robot che ispeziona le aree danneggiate da disastri naturali. A realizzarle università, scuole superiori, imprenditori
ROMA – Droni per velocizzare la ricerca di dispersi in montagna a seguito di valanghe. Il robot artificiere che rileva la presenza di esplosivi. Il pattino elettrico “salva naufraghi” e il robot che ispeziona le aree danneggiate da disastri naturali. Sono solo alcune delle innovazioni “sociali” presentate nel corso della quinta edizione della Maker Faire Rome, la kermesse dedicata all’innovazione digitale che si è svolta nella Capitale nei giorni scorsi, registrando oltre 100 mila visitatori. Soluzioni, studi, progetti di ricerca e prototipi pensati per supportare la macchina dei soccorsi e le operazioni di monitoraggio di aree critiche, con l’obiettivo di assicurare a feriti e soccorritori standard di sicurezza adeguati. A presentarle maker, università, scuole superiori, imprenditori sociali e l’eccellenza dei laboratori italiani di robotica, presenti negli oltre 700 espositori in mostra all’interno della Fiera di Roma.
Scandaglia le aree dove gli sciatori sono stati sommersi dalle slavine, atterrando in loco in caso di ritrovamento il drone messo a punto dall’Università di Bologna, in collaborazione con Aslatech, azienda emiliana di robotica. Insieme hanno dato vita ad un progetto di automazione del volo, finanziato dalla Comunità Europea attraverso il programma FP7. “Un drone che pesa pochi chilogrammi, ripiegabile e trasportabile in uno zaino, dotato di sensori Artva, Apparecchi di ricerca dei travolti in valanga in grado di intercettare la tecnologia indossata (purtroppo non sempre) dagli sciatori, per essere rilevati in caso di emergenza”, racconta a Redattore Sociale il professor Lorenzo Marconi responsabile del progetto. “Nella versione del velivolo più pesante (4 chilogrammi circa), il drone è equipaggiato, invece, con micro-radar Recco, altro sistema elettronico che consente di ritrovare tempestivamente persone sepolte nella neve”. Dopo quattro anni di sperimentazione, il primo gennaio 2018 partiranno i test finali con il Soccorso Alpino Valdostano, nell’ambito del programma Europeo Airborn, sostenuto con i fondi Horizon 2020.
Realizzato dal Centro di Ricerca “E. Piaggio” dell’Università di Pisa , invece AlterEgo, un robot semi-antropomorfo progettato per ispezionare e monitorare, in remoto, aree danneggiate da disastri naturali o provocati dall’uomo. L’operatore potrà lavorare in sicurezza, impartendo a distanza i comandi al robot che, come un avatar, li eseguirà riproducendo esattamente gli stessi movimenti compiuti dalla persona che lo sta guidando. Un fac-simile in miniatura, quello presentato alla Maker Faire Rome, del robot Walk-Man, usato nei test operativi presso il comune di Amatrice, nel novembre 2016.
Si chiama Ex Robot, il drone da terra in grado di scovare ordigni esplosivi al di sotto di qualsiasi automezzo, per mettere in sicurezza l’attività degli artificieri. “Il dispositivo è composto da due unità mobili: un mini shuttle alto 20 centimetri dotato di 2 micro-camere, che perlustra l’area sottostante al veicolo e una base operativa, un mini- rover cingolato posizionato all’esterno”, spiega Matteo Capricci, 17 anni dell’Istituto A. Volta di Pescara”. Un Pc comanda a distanza e gestisce lo streaming video. Il progetto, coordinato dal professor Renzo Delle Monache, è stato portato avanti con il Corpo degli Artificieri di Chieti, che coordina le operazioni fra Marche, Abruzzo e Molise. Lo scorso anno, è stato premiato dal Miur a Piacenza alle prime olimpiadi tenutesi alla Fiera internazionale dell’Automazione.
Per il salvataggio dei naufraghi in mare, invece, l’ingegner Ireneo Germani della start up romana Future Innovation Technologies (Fith) ha messo a punto “Electric Save”, un pattino elettrico che sembra un catamarano. E’ dotato di due motori a propulsione elettrica da 24 e 36 Volt e due batterie da 100 Ampere, con un’autonomia di circa un’ora, a seconda delle condizioni meteo-marine. Due ruote consentono di veicolare il movimento sulla battigia e quello in mare. Il natante può navigare in aree protette di tipo A ed è gestito da un Joystick e da un comando wireless per i motori. Può portare a bordo massimo 4 passeggeri. Una barella spinale consente di caricare eventuali feriti, issati con un argano nel pattino. Per ricaricare le batterie, basta un pannello fotovoltaico posizionato in spiaggia. “Su una nave d’appoggio, può essere usato anche per naufraghi di imbarcazioni”. Il prototipo è in fase di sperimentazione sul Lago di Bracciano. “Con l’aiuto della Guardia Costriera potremmo sicuramente presentarlo al pubblico”, conclude Ireneo Germani. I costi? Intorno ai 4 mila euro, contro i 2500 di un pattino tradizionale. (Loredana Menghi)