Caso Ilva: nessun dorma!

0 0

Chiarezza e concretezza per chiudere la lunga storia di tweet tra Ministro Calenda e Governatore di Puglia Emiliano sul tema madre che domina una città martoriata. A margine di un incontro  Bari oggi tra Regione e Comune è stato necessario chiarire alla stampa come stanno realmente le cose dopo troppe dichiarazioni, poi smentite, e troppe polemiche su Ricorso Si, Ricorso No.
Queste le dichiarazioni del presidente della Regione: “Non c’è nessun ritiro del ricorso. E il ricorso non verrà ritirato mai se non verrà stipulato un atto giuridicamente rilevante che modifichi nella direzione richiesta dal Comune di Taranto e dalla Regione Puglia il DPCM.

Tutti i tentativi fatti per far passare la sospensione della richiesta cautelare come una retromarcia del Comune e della Regione sono patetici. Non c’è nessuna retromarcia e vorrei ricordare che la richiesta cautelare così come è stata revocata può essere reiterata. Se la trattativa si blocca, si può chiedere un’altra cautelare in corso di giudizio. C’è solo stata in questa fase la considerazione del fatto che, avendo il Ministro convocato il tavolo e il presidente del Consiglio dimostrato la buona volontà di cominciare ad esaminare nel merito le questioni poste nelle osservazioni del Comune di Taranto e della Regione Puglia, noi abbiamo ritenuto di non forzare sulla data del 9 gennaio.

Riteniamo ci siano vizi di legittimità in quel Dpcm e, come è noto, un atto viziato da illegittimità se non viene impugnato da nessuno rimane valido ed efficace. Sostanzialmente ci stavano chiedendo di revocare gli atti di impugnativa per evitare che la illegittimità fosse dichiarata dal Tar. Noi pensiamo che questi profili di illegittimità possano essere corretti con un atto giuridicamente rilevante che vincoli il Governo, la Regione e il Comune, l’acquirente e i sindacati all’accoglimento in tutto o in parte delle osservazioni che sono state avanzate dalla Regione e dal Comune.

Mi pare quindi che la vicenda sia messa su buoni canali. Adesso aspettiamo la convocazione del Presidente del Consiglio Gentiloni perché io e il sindaco di Taranto gli andremo a consegnare le ipotesi sulle quali vogliamo lavorare. Chiediamo al Presidente del Consiglio di presiedere personalmente, data l’importanza che lui stesso ha indicato nella conferenza stampa di fine anno alla questione Ilva, il tavolo che dia gli indirizzi di lavoro ai vari uffici tecnici. La terzietà e il principio di leale collaborazione che Gentiloni rappresenta con la sua storia personale, ma anche con il suo modo di approcciarsi a questa vicenda, ci garantisce. Questa è una vicenda troppo importante, dove la terzietà del presidente del Consiglio è l’unica garanzia della buona prosecuzione del lavoro.

C’è un problema, non conosciamo ancora il contratto di acquisto dell’azienda, non conosciamo il piano industriale, non conosciamo con quali garanzie economiche viene resa certa l’esecuzione dei lavori per la messa in sicurezza della fabbrica. Soprattutto nello stesso Dpcm è compresa l’ipotesi che Mittal prenda in considerazione il principio della decarbonizzazione. Vogliamo discutere con loro e con il Governo in quale misura è possibile iniziare il processo di decarbonizzazione e se una procedura industriale a gas costi di più di quella a carbone. Se noi fossimo in grado di dimostrare che i costi sono simili, non sarebbe il caso di iniziare questo processo?

Ricordo che la trattativa non è bloccata dal ricorso di Regione e Comune. L’aggiudicazione è bloccata perché l’Unione Europea non ha ancora dato l’autorizzazione, perché Mittal ha una quota nel mercato europeo dell’acciaio che supera il 40%, la quota massima che si può possedere per evitare un oligopolio. Se utilizziamo bene il tempo che l’Unione europea impiegherà per dare questa autorizzazione, noi possiamo mettere a punto un accordo di programma che finalmente consenta a tutti in modo trasparente di conoscere le regole con le quali l’Ilva funzionerà nei prossimi anni.

Se la nostra proposta non fosse accolta, terremo fermo il ricorso. E siccome il ricorso è fondato, perché purtroppo le illegittimità nelle quali il Governo è incorso sono tante, allora sì, di fronte alla indisponibilità del Governo di venire a più miti consigli con Comune e Regione, c’è il rischio che all’Ilva succeda qualcosa. Ma non è colpa di chi ha individuato le illegittimità. È colpa di chi ha fatto degli atti illegittimi e si è messo in una condizione nella quale – secondo loro – l’unico modo per sanare questa circostanza è che si rinunci a far valere queste illegittimità. Ma questo sarebbe un tradimento della Costituzione, dello Stato di diritto e soprattutto della nostra comunità. La Regione Puglia non farà mai un passo indietro facendo uno sconto a chi ha compiuto le illegittimità, sacrificando il diritto alla salute dei nostri concittadini”.
Morale della favola.
Taranto merita rispetto e fari accesi finche questa fabbrica produrrà inquinando. E merita rispetto perché ha dato tanto allo Stato  in termini di vite umane.
Nessuno deve morire per lavorare, e questo acciaio non vale una vita.
Che questo tira e molla termini con una vera presa di coscienza che o la fabbrica si adegua e produce senzs inquinare…o si prenda un catenaccio bello grosso e si chiuda un teatrino inutile che mette in scena drammi.quotidiani.
Taranto non è carne da macello.
Taranto ha una dignità.
Taranto deve vedere la sua rinascita con o senza Ilva.
Perché la vita vale di più  di uno strategico impianto che di strategico ora non ha più nulla. Obsoleto ed inquinante.
Veniteci sotto i camini…non é la grandiosità di cui scrivono molti. Adesso è solo un acciaccato mostro che respira a fatica.
Come chi di cancro per il suo inquinamento è morto…respirando a fatica.

Foto: Vincenzo Aiello


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21