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Caso Etruria, Vegas (Consob). “Ho parlato con la Boschi. Prospettato un quadro di preoccupazione”.

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Speranza (Leu): “Quando un membro del Governo mente non c’è altra strada che le dimissioni”

Di Marino marini

“Sì, ho parlato con l’allora ministro Boschi” di Banca Etruria. Lo ha rivelato il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, rispondendo a una domanda di un parlamentare durante l’audizione davanti alla commissione d’inchiesta sulle banche, risposta che nei fatti mette nell’angolo la sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio. “Mi venne prospettato – ha aggiunto Vegas – un quadro di preoccupazione, perché a suo avviso l’aggregazione con la Popolare di Vicenza avrebbe provocato problemi” alle aziende che operano sul mercato dell’oro ad Arezzo, ha ricostruito il presidente dell’Autorità di vigilanza. “Io – ha quindi aggiunto – non potevo dire nulla, Consob non può intervenire sull’aggregazione delle banche. Lei mi ha illustrato la situazione, io le ho detto che non potevamo fare nulla. Fu un incontro generico”. Dal ministro, ha comunque precisato il presidente dell’authority, “non c’è stata pressione ma l’esposizione di un fatto. Mi sembra una cosa normalissima che un parlamentare si interessi della sua costitutency”.
 
Continuando a rispondere alle domande dei commissari Vegas ha precisato di avere incontrato Boschi ancora una o due volte, tra cui una cena a casa sua in cui erano presenti anche altre persone. In un secondo incontro, ha ricostruito ancora Vegas, “il ministro Boschi mi rese solamente noto che il padre sarebbe diventato vicepresidente della banca”. Il padre del ministro, membro del cda dal 2011, fu nominato vicepresidente nel maggio 2014.
La reazione di Maria Elena Boschi, risibile: “in quale punto dello stenografico del mio intervento avrei mentito?”
 
Poi la reazione della sottosegretaria alla Presidenza, che affida la sua posizione alla rete: “Anche oggi ricevo attacchi dalle opposizioni sulla vicenda Banca Etruria. Confermo per filo e per segno tutto ciò che ho detto in Parlamento due anni fa. Tutto. Chi mi chiede le dimissioni perché avrei mentito in Parlamento deve dirmi in quale punto del resoconto stenografico avrei mentito. Ho incontrato più volte il presidente della Consob in varie sedi come ho incontrato altri rappresentanti istituzionali: mai e poi mai ho fatto pressioni. Mai”.
Bersani: “da De Bortoli mai sentite panzane, da Boschi sì”. Speranza e Paglia (LeU) ne chiedono le dimissioni
 
Secca ed ironica quanto basta, la battuta di Pierluigi Bersani, che prende spunto dal duro botta e risposta tra l’ex direttore del Corriere della Sera, de Bortoli, e la sottosegretaria: “Da De Bortoli non ho mai sentito una panzana in vita mia, dalla Boschi ne ho sentite due o tre”. Anche Roberto Speranza, tra i leader di LeU, non risparmia critiche alla Boschi: “Il quadro che emerge dalle dichiarazioni di Vegas non può essere ignorato. Quando un membro del governo mente al Parlamento non c’è altra strada che le dimissioni”. E le dimissioni della sottosegretaria Boschi sono state chieste anche da Giovanni Paglia, membro della Commissione d’inchiesta sulle banche di Sinistra Italiana, lista Liberi e Uguali: “L’allora ministra Boschi chiese un appuntamento privato al presidente Consob Vegas per esprimere le proprie preoccupazioni relative alla possibile aggregazione fra Banca Etruria e BPVI. Parliamo della stessa persona che venne in Parlamento a giurare di non essersi mai occupata di Banca Etruria. Credo che l’attuale sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio dovrebbe avere la dignità di dimettersi immediatamente”. 
M5S, Di Maio e Sibilia: “Boschi se ne deve andare e non essere ricandidata”
 
In campo anche il candidato premier e vicepresidente della Camera del M5S, Luigi Di Maio: “Noi chiediamo due cose: Maria Elena Boschi se ne deve andare subito da sottosegretario della Presidenza del Consiglio anche se siamo a fine legislatura perché il governo resterà per gli affari correnti, e che il Pd non ricandidi Boschi perché altrimenti tutto il partito sarebbe coinvolto nello scandalo banche”. Per Luigi Di Maio, “il tema delle banche è come quello delle tangenti della Prima repubblica. Boschi è il Mario Chiesa della seconda Repubblica”. Da registrare anche la posizione del parlamentare del M5S Carlo Sibilia, membro della Commissione, che affida ad un tweet la sua posizione: “Ufficiale: @meb si è occupata di banca Etruria. Più di una volta. Così come appena confermato da Giuseppe Vegas presidente di Consob. Contrariamente a quanto detto al Parlamento il 18 dicembre 2015. Maria Elena Boschi ha mentito al Parlamento condizionando il voto sulla sua sfiducia”.
Botta e risposta tra i pd Bonifazi e Orfini, “Boschi innocente, leggete il resoconto stenografico” e Gotor, “il conflitto d’interessi della Boschi era ed è evidente”
 
Al fianco della Boschi, il tesoriere del Pd e deputato, Francesco Bonifazi: “Sarei grato a Sibilia e Speranza se dicessero pubblicamente in quale punto dello stenografico del discorso la Boschi ha mentito al Parlamento”. In soccorso anche il presidente di quel partito, Matteo Orfini: “Di Battista, Calderoli e Speranza (bel terzetto) chiedono dimissioni Boschi per aver mentito in Parlamento. Qui sotto l’intervento incriminato. Vediamo se qualcuno ha voglia di fare il fact checking e scoprire se la bugia è della Boschi o del terzetto”. Orfini, su twitter ha condiviso il video dell’intervento di Maria Elena Boschi del 18 dicembre 2015. Controreplica di Miguel Gotor, Mdp, lista Liberi e Uguali: “Matteo Orfini e Francesco Bonifazi (straordinario duetto) invitano ad ascoltare l’intervento di Maria Elena Boschi in Parlamento. Evidentemente sfugge loro che il problema non è la fedeltà o no allo stenografico, ma la dimensione politica della questione che la ministra Boschi continua ad aggirare con arroganza e superficialità uno slalom dopo l’altro. Esiste, infatti, un chiaro conflitto di interessi tra la dimensione privata e famigliare in cui la Boschi si trova da ormai svariati anni (suo padre viene promosso vicepresidente di Banca Etruria mentre lei è al governo e il dossier dell’istituto all’attenzione dell’esecutivo) e quella pubblica, legata alla sua funzione di ministro che avrebbero dovuto consigliarle un passo indietro. Non basta uscire dal Consiglio dei ministri quando si parla della vicenda banche, un gesto che peraltro conferma la consapevolezza del problema, ma sarebbero serviti atti concreti e conseguenti, altrimenti con questa commistione tra pubblico e privato si ricalcano le pagine peggiori della stagione berlusconiana”.

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