Saremmo tutti molto più felici se potessimo ritenere i totalitarismi, il nazismo, il fascismo come tragici errori sepolti dalla storia. Per un po’ di anni è stato davvero così, almeno in Europa. Ma da mesi in Italia, come in tanti altri paesi europei, gruppi sempre più numerosi di giovani – e questo è l’aspetto più drammatico – si stanno riunendo de compiendo azioni dimostrative di evidente stampo nazifascista, allo scoperto, senza ritegno, senza remore.
Se ne conta una al giorno di quelle che arrivano alla conoscenza dell’opinione pubblica: ieri, dopo la vicenda di Como, la bandiera nazista del Reich nella caserma che ospita l’importante VI battaglione dei carabinieri di Firenze e il comando generale della Toscana. Nessuno l’aveva vista, nessuno sapeva, nessuno dall’interno è intervenuto. L’inchiesta del ministero è partita, il responsabile, purtroppo, è ancora una volta, è un giovanissimo militare, che aveva appeso, indisturbato, anche un poster di Salvini con il mitragliatore. Ancora una volta: non cadiamo nella trappola di fare equazioni facili, ma il peso del linguaggio e delle immagini sparse a piene mani con incoscienza o con mala fede in questi anni grava come un macigno in questo terribile ritorno di formazioni neo nazifasciste.
E il punto adesso è proprio questo: tenere alta la guardia perché ormai ci sono degli evidenti rischi per la democrazia. Lo dice oggi Veltroni, lo diciamo in tanti da giorni, non si può nemmeno correre dietro alla polemica elettorale fra partiti, bisogna guardare oltre. C’è un’emergenza e bisogna farsi sentire. Soprattutto la mia generazione avrebbe sulla coscienza
Non so nemmeno chi ha organizzato materialmente la manifestazione di sabato prossimo a Como, so che Articolo21 deve esserci. So che un’associazione come la nostra, che da sempre ha un solo riferimento, che è la Costituzione democratica e antifascista di questo meraviglioso paese, deve esserci e deve lavorare ogni giorno perché questo rischio sparisca, non si concretizzi in atti più gravi, in una involuzione più drammatica.
Essere in piazza è importante, è fondamentale, essere tanti, è decisivo essere fermissimi e sereni nella difesa dei capisaldi della nostra democrazia repubblicana: un impegno che ciascuno di noi può nel suo “intorno” praticare ogni giorno, non solo chi fa mestieri di comunicazione, ma banalmente qualsiasi cittadino nel suo vivere quotidiano nella società.