Il libro di poesie “Il ciliegio che sopravvisse alla bomba” di Roberto Malini è al centro di una campagna internazionale per l’eliminazione e la proibizione delle bombe nucleari, organizzata da EveryOne Group. Pubblicato in italiano e inglese (nella traduzione di Glenys Robinson) da una casa editrice genovese, con il sostegno del Museo Memoriale della Pace di Hiroshima, l’opera è stata inviata – in un’edizione speciale digitale – alle personalità e alle istituzioni che possono contribuire al disarmo nucleare: dalle Nazioni Unite al Parlamento europeo, ai governi che posseggono arsenali atomici. Come è specificato nella lettera unita alla raccolta di poesie, “il libro ricorda le vittime delle bombe atomiche esplose a Hiroshima e Nagasaki nel 1945, ma allo stesso tempo chiede ai leader mondiali di intraprendere una strada nuova, per salvare il futuro della civiltà”. A pochi giorni dall’invio, EveryOne Group e il poeta hanno ricevuto le prime risposte istituzionali.
La prima risposta è pervenuta dal Gruppo europarlamentare dei Verdi – Alleanza Libera Europea al Parlamento europeo (Verdi/ALE) che ha aderito all’appello per un mondo senza armi nucleari. Successivamente anche il Gruppo Socialisti e Democratici al Parlamento europeo ha risposto all’iniziativa condividendola, con un messaggio da parte dell’europarlamentare italiano Brando Benifei.
La mattina del 9 dicembre hanno inviato la loro risposta le ambasciate della Corea del Nord della Russia (a Mosca) e della Polonia (a Varsavia). L’ambasciata russa ha chiesto al poeta e all’organizzazione umanitaria di rivolgere lo stesso messaggio anche agli Stati Uniti e ha suggerito di iniziare proprio dalla superpotenza la campagna per lo stop alle armi nucleari. “Mi conforta il fatto che stiamo dialogando,” ha replicato l’autore, “perché credo che ognuno di noi possa fare qualcosa per fermare gli ordigni atomici. Abbiamo un solo pianeta e se lo distruggeremo, tutte le nostre speranze saranno finite. Dobbiamo assicurare un futuro al mondo in cui viviamo. Abbiamo inviato lo stesso appello e lo stesso libro a Kim Jong-un, a Donald Trump e a tutte le nazioni che possono contribuire al disarmo nucleare. Il paese che per primo deciderà di fare un passo in tale direzione, avrà un ruolo fondamentale nella storia della civiltà. Servono coraggio, capacità di rinnovarsi e amore per la vita. Da parte nostra, crediamo in voi e tutti insieme possiamo correggere il più grave errore commesso dall’umanità”.
L’ambasciata della Corea del Nord in Polonia ha chiesto a propria volta agli autori dell’appello di non lasciarsi ingannare dalla propaganda americana, ma di considerare anche il punto di vista di Pyongyang. Gli autori hanno risposto spiegando di conoscere perfettamente la complessità del problema che ha portato alle attuali tensioni e ribadendo come la campagna per il disarmo nucleare parta proprio dal presupposto di una pari responsabilità da parte di tutte le nazioni, di fronte a un pericolo in cui ognuno di noi, piccolo o grande, debole o forte, ha il dovere di operare per evitare di scatenare energie distruttive che nessuno sarebbe poi in grado di controllare e porterebbero alla istruzione reciproca, su scala globale.
Il prossimo obiettivo della campagna “Il ciliegio che sopravvisse alla bomba” è quello di favorire il dialogo fra tutte le parti che avrannno risposto, alla ricerca di un’opinione condivisa sulla priorità di avviare il disarmo nucleare. “Al Parlamento europeo,” precisa EveryOne Group, “chiederemo di discutere una mozione riguardante la posizione dell’Ue sulla necessità di smantellare gli arsenali nucleari e vietare la ripresa della corsa a questo tipo di armamenti. Se l’Europa esprimerà una posizione ufficiale in tal senso, molte nazioni seguiranno il suo esempio e per la prima volta si potrà nutrire una concreta speranza che l’incubo di nuove guerre atomiche abbia termine”.
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