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Anzio, corruzione “sempreverde”

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Evergreen è il nome dell’ultima inchiesta sugli appalti pilotati e in fondo la corruzione è davvero un “sempreverde” che questa volta accende i riflettori su un certo modo di amministrare ad Anzio, città di 60mila abitanti sul litorale romano dove l’ex assessore all’ambiente Patrizio Placidi (che ha lasciato l’incarico solo il 20 ottobre scorso) seguiva passo passo le forniture al di fuori delle procedure e con il contestato profitto del 20% del valore dei contratti, quota che ritornava al gruppo degli indagati dopo il pagamento, attraverso una cooperativa e sotto forma di una inesistente intermediazione commerciale. Così si formava la presunta tangente. Il gip del Tribunale di Velletri ha applicato la misura degli arresti domiciliari oltre che a Placidi, anche al consigliere comunale Donatello Campa, e ai dipendenti del Comune Walter Dell’Accio e Marco Folco.

La loro storia è assai simile a quella di tante altre relative a tangenti su appalti pubblici nel Paese; in questo caso secondo il giudice delle indagini preliminari “emerge una consolidata professionalità in materia di manipolazione delle gare d’appalto attraverso la collusione di imprenditori privati”. Un evergreen appunto. Ma trattandosi di una cittadina da sempre considerata borderline sul fronte dell’infiltrazione della criminalità, e visti anche alcuni passaggi degli atti, le valutazioni vanno oltre la semplice vicenda corruttiva. Sulla base delle intercettazioni ambientali effettuate durante riunioni riservate è possibile ipotizzare “la sussistenza di accordi illeciti anche con esponenti della criminalità locale, in passato indagati per reati di criminalità organizzata”. E su questo aspetto della vicenda la vicepresidente della Commissione sulle infiltrazioni mafiose nel Lazio, Marta Bonafoni, ha sollecitato il Prefetto di Roma circa l’insediamento “di una commissione d’accesso per verificare la sussistenza di eventuali condizionamenti criminali dell’amministrazione locale per venire a capo di una situazione che necessita di tempestività e chiarezza”.

La tenuta del litorale a sud di Roma contro la penetrazione della criminalità organizzata era stata già oggetto di interrogazioni parlamentari e anche l’associazione antimafia “Reti di Giustizia” sottolinea come gli arresti di Anzio abbiano contribuito a sollevare quel velo di “inconsapevolezza che attanagliava la città e una parte del suo panorama politico che da anni minimizza, o addirittura nega, che ci siano problemi di illegalità e di criminalità gravi”. L’indagine e relativi interventi ruotano attorno alla figura di Patrizio Placidi, potente ex assessore, personaggio assai in vista e anche vittima di un attentato: nel 2012 qualcuno sparò contro il cancello della sua abitazione, episodio non direttamente collegato con i fatti contestati nell’ordinanza del gip di Velletri ma che assume una sua rilevanza nella ricostruzione di come vanno le cose ad Anzio e in alcuni pezzi di amministrazione politica e burocratica.


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