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Afghanistan. Una campagna informativa per proteggere i bambini dagli ordigni esplosivi

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Sono nascosti, subdoli, sono vere e proprie trappole che non ti aspetti. Sono gli IED, Improvised Explosive Device, ovvero gli ordigni esplosivi improvvisati, di cui l’Afghanistan è disseminato. Sono realizzati con un misto di pezzi recuperati da ordigni convenzionali e altre parti artigianali “fatte in casa”. Per questo possono essere di vario genere, a seconda delle capacità, della fantasia, dell’inventiva e delle disponibilità dell’attentatore. Vengono chiamate “armi asimmetriche” perché usate da gruppi di guerriglieri che altrimenti non sarebbero in grado di contrastare o ostacolare un esercito strutturato, e che necessitano del cosiddetto “effetto destabilizzante”. Il loro impiego non è solo storia recente, si può tornare indietro almeno fino alla ritirata tedesca dalla Normandia. Dopo di che il loro uso è andato aumentando, con l’apparire sui vari teatri di combattenti non convenzionali, qualificati a seconda del luogo e della tipologia d’azione come ribelli, terroristi, insurgents, e quant’altro. Costoro non hanno mai dato molto bado al fatto che spesso tali ordigni colpivano e colpiscono la popolazione civile. Oggi, in Afghanistan gli IED rappresentano una delle principali cause di morte e di invalidità della popolazione. Nella regione di Herat, negli scorsi mesi di luglio e agosto, gli incidenti legati all’esplosione di questi ordigni sono stati circa 200, di cui circa il 20% ha coinvolto bambini. Chi scrive, ha avuto modo di vedere da vicino quanto sia difficile individuarli, perché camuffati, sotto un sasso, una montagnetta di sabbia, la parte visibile della radice di una pianta… Proprio per cercare di proteggere i bambini è stata ideata una campagna informativa, che ha visto impegnati militari e poliziotti delle forze di sicurezza afghane, supportati dagli specialisti militari italiani del Comando Regionale Ovest, con sede a Camp Arena, in Herat. L’obiettivo dell’iniziativa, che si è conclusa in questi giorni, è stato spiegare ai più piccoli come riconoscere, evitare e segnalare questi ordigni alle forze di sicurezza, affinché vengano disattivati. Il progetto ha coinvolto scuole e villaggi. Attraverso volantini e manifesti adatti a bambini e ragazzi dai 4 ai 12 anni si è illustrato il pericolo, ma anche sono stati dati consigli pratici per tenersene lontani.

Decisivo è stato il ruolo delle donne appartenenti alle forze di sicurezza afghane, perché grazie a loro è stato possibile raggiungere sia le ragazze nelle scuole, sia le donne dei villaggi rurali.


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