Ma come può essere successo che siamo ridotti a ragionare, si fa per dire, di scissioni forse ideologiche senza porre a confronto punti programmatici “per l’Italia”, che partano dal collocare l’Europa in primo piano, prima di ambizioni narcisistiche individuali o di gruppo, siano pure di pancia o di cuore o di (poca) testa”? Se l’Italia – che è un paese che quanto a governi di sinistra, al massimo ha avuto un’intesa di buonissima volontà chiamata Ulivo dentro cui ha dovuto tenersi Mastella Clemente che consentiva un barlume di maggioranza al Senato – se l’Italia, dicevo, potesse tornare a contare su un governo miracolosamente targato PD, unito nel nome di chiunque purché potenzialmente vincente, “forse” potrebbe sperare di contare qualcosa in Europa.
La dote di 2.300 miliardi di euro di debito è un handicap non irrilevante; ma qualcuno, certo almeno di non doversi guardare le spalle, potrebbe fare la sua figura con qualche proposta intelligente in un momento in cui il virus (che, più che populista, è antidemocratico) ha contagiato anche tutti gli altri paesi. Ci manca solo che i cattolici reazionari si coalizzino per attaccare il papa che chi lo vuole rovinare del tutto definisce “di sinistra”. Ci pensino quelli a cui non va mai bene niente, gli indifferenti e delusi che poi non vanno a votare, nonché la falange delle anime belle che, votato No al referendum, deprecano i voti di fiducia dopo averci ridato la certezza che i governi continueranno a cadere e le elezioni torneranno ai vecchi anticipi.
Perché c’è di peggio: solo per scelte di libertà ritenute “inaccettabili” senza argomentarne le ragioni, possono crollare amicizie e nascere fazioni. Intanto perfino i comportamenti istituzionali sembrano deragliare davanti allo scaricabarile tra Consob e Banca d’Italia alla Commissione d’inchiesta sui mancati controlli bancari, e lascia perplessi la disponibilità delle alte cariche dello Stato, per definizione al di sopra delle parti, a sostenere cartelli elettorali senza alcun pensiero di buona educazione istituzionale. E nessuno, ripeto, nessuno dice che l’Italia, se non si pensa europea va a sbattere, e che per farcela è necessaria una stabilità per ora inesistente, a destra come a sinistra. Anche se, diceva Berlinguer, in democrazia, anche con il 51 % non si governa da soli; tanto più che il Parlamento è lì per fare non i governi (che li fanno gli elettori), ma le leggi e ogni legge riceve l’ok a maggioranza. La sinistra o capisce la democrazia o conferma il postulato ormai secolare del “non deve governare”.