Renziani, alleati, pisapiani, trionfo delle fake news nel nome dei bonus. Gli interventi di Mdp, Si, Possibile. Alla Camera si vota la rottamazione, regalo agli evasori
Di Alessandro Cardulli
La legge di Bilancio sarà votata con la fiducia giovedì, al termine di un lungo dibattito. Ascoltando gli interventi sulla legge di Bilancio che si sono susseguiti nell’Aula di Palazzo Madama da parte dei senatori della maggioranza, Pd, alfaniani, verdiniani, alleati provvisori in attesa di coalizioni, in primo piano i pisapiani di Campo progressista, sembra di vivere in un mondo del tutto diverso da quello frequentato dai cittadini normali che ogni giorno devono affrontare tanti problemi, difficoltà. Il lavoro che non c’è, la sanità pubblica che non funziona, la grande questione delle pensioni, l’adeguamento automatico alla speranza di vita voluto dal governo, il lavoro di cura delle donne, i bambini che non nascono, la povertà che colpisce milioni di persone, le diseguaglianze che crescono. Hanno riportato alla realtà gli interventi degli esponenti di Mdp, Sinistra italiana, Possibile che hanno ripreso le proposte sui tanti problemi avanzate in Commissioni Bilancio, hanno portato in primo piano le difficoltà della situazione economica, il prezzo pagato dai lavoratori, i giovani, le donne. La risposta degli interventi di Pd, alleati: Ma che scherziamo! La ripresa c’è, si rafforza, un milione di occupati in più, il Pil vola, in Europa come noi non c’è nessuno.
Il pisapiano Uras le spara grosse: la nostra sanità fra le migliori del mondo
Se dovessimo definire in poche parole la lunga seduta nell’Aula di Palazzo Madama impegnata dall’ennesimo voto di fiducia potremmo parlare di una gigantesca “fake news “, il trionfo delle notizie false. Una prova? Diversi interventi, a partire da quello di un esponente di Campo progressista, un tal Uras per giustificare il voto dei senatori pisapiani, con lui sono due, collocati nel gruppo misto, ha affermato che per quanto riguarda la sanità il nostro paese è all’avanguardia, una delle migliori del mondo. E con questo ha bocciato la Cgil che nella piattaforma che è stata al centro del confronto con il governo poneva l’abolizione del superticket, la separazione dell’assistenza dalla previdenza. Bocciata la mobilitazione , le cinque manifestazioni, Roma, Torino,Bari, Cagliari , Palermo. promosse dalla Confederazione di Corso d’Italia che, come invece hanno fatto Cisl e Uil, si sono accontentati di promesse del governo, di pochi spicccioli, quasi delle elemosine che sono stati messi in campo. Peggio, una vera e propria legge truffa.
Il bonus bebè. Basta la mossa, un euro al giorno, per accontentare Alfano
Prendete il bonus bebè. Ottanta euro al mese, ma solo all’inizio poi diventeranno quaranta, poco più di un euro al giorno. E i superticket? Si individueranno alcune “fasce” di cittadini che pagheranno un superticket ridotto. Facce toste di senatori i quali fanno finta di ignorare che l’anno scorso milioni di italiani – leggere il 7° Rapporto del Censis – hanno avuto difficoltà a pagare di tasca propria prestazioni sanitarie che non sono riusciti ad avere nel servizio pubblico soprattutto a causa di lunghe liste di attesa, quasi otto milioni hanno dovuto utilizzare tutti i propri risparmi o indebitarsi per curarsi, quasi due milioni di italiani sono entrati nell’area della povertà a causa di spese sanitarie private. Sempre il Rapporto dice che ci sono anche quelli che non riescono a curarsi perché non possono permetterselo: sono più di 12 milioni gli italiani che l’anno scorso hanno rinunciato o rinviato almeno una prestazione sanitaria per motivi economici, un milione 200 mila in più rispetto all’anno precedente. Gli italiani hanno speso, riprendiamo sempre dal rapporto del Censis che i governativi del Pd e i loro alleati hanno dimenticato, così come i media. Un altro dato: ammonta a 35 miliardi la spesa privata degli italiani per avere prestazioni sanitarie, compreso il pagamento dei ticket, con un aumento del 4,2% tra il 2013 e il 2016.
La lunga attesa per le prestazioni sanitarie nel servizio pubblico
Si potrebbe parlare anche delle attese per le prestazioni sanitarie nel servizio pubblico, oltre a dover pagare spesso, il ticket. Sorvoliamo per carità di patria. Mentre ascoltavamo gli interventi ci veniva a mente il “sentiero stretto” di cui un giorno sì e l’altro pure sta parlando il ministro Padoan. Fa riferimento, pensiamo, alla Commissione della Ue, che ci richiama a rispettare le regole in relazione in particolare al debito. Gran parte del debito a dire del ministro, di Renzi Matteo, dello stesso Gentiloni, è dovuto, appunto alle pensioni. Insomma vorremmo fare di più ma dalla Ue ci viene un monito: non toccate la riforma, per noi una deforma, delle pensioni, leggi Fornero. La quale, per inciso, assistendo alla proiezione di un docufilm sugli esodati che attendono ancora la pensione, si è commossa e voleva abbandonare la sala. Lasciamo perdere.
Alla Camera voto blindato sul decreto fiscale, una pacchia per gli evasori
La realtà è che non sono le pensioni a determinare il deficit, il loro costo, di 271,863 miliardi, al netto delle tasse, è di 168 miliardi coperto dai contributi regolarmente pagati che ammontano a 172 miliardi. La previdenza è quindi in attivo. Riassunto, il costo delle pensioni è pagato dai contributi. Il costo della spesa sociale dovrebbe essere coperto dal fisco. Ma su 60,5 milioni di italiani solo 40,7 milioni compilano la dichiarazione, solo 30 milioni dichiarano un reddito. Già, il fisco. Domani, giovedì, alla Camera il voto di fiducia sul decreto fiscale. La “ciccia” del decreto è la rottamazione delle cartelle, un gran bel regalo agli evasori, che possono “rottamare” le tasse evase a partire da 17 anni fa. Ovviamente, non c’è bisogno di dirlo, voto di fiducia. Blindato.