La fondazione “L’Albero della Vita” ha riunito alla Camera dei Deputati istituzioni e rappresentanti del terzo settore per discutere di povertà minorile. Boeri: “C’è un problema di grave disattenzione nei confronti dei bambini a tutti i livelli”. La garante Albano: ” “Le misure adottate non sono sufficienti”
ROMA – In Italia 1 milione 292 mila bambini si trovano in condizione di povertà assoluta e secondo l’Istat la situazione è in peggioramento. Questa mattina la fondazione “L’Albero della Vita” ha riunito alla Camera dei Deputati istituzioni e rappresentanti del mondo del terzo settore per discutere insieme sugli approcci e le riforme da adottare per contrastare la povertà minorile in un convegno dal titolo “Italia: poveri bambini. Per una definizioni di bisogno che riscriva le regole dell’aiuto”. “Dobbiamo mettere al centro i bambini. Stiamo ponendo una ipoteca sul futuro del nostro Paese”, ha detto Ivano Abbruzzi, presidente de “L’Albero della Vita”. “Abbiamo dato loro in dono un mondo che non ha sostenibilità sociale e ambientale.Oggi siamo qui per domandarci quale è l’approccio e la metodologia corretta per affrontare questa situazione”.
All’evento ha partecipato Tito Boeri, presidente dell’Inps: “Nelle famiglie povere si creano poche possibilità di far crescere il capitale umano. Chi ha figli ha subito un incremento della povertà assoluta di 9,2 punti percentuali. L’unico segmento della popolazione dove si è registrato un calo della povertà sono le famiglie senza figli. L’Inps oggi eroga prestazioni che vanno al di là delle pensioni e molte sono fruibili a qualsiasi età. Ma gli strumenti che abbiamo sono lacunosi quando si tratta di minori. Riusciamo ad arrivare ai 2/3 delle persone non autosufficienti ma raggiungiamo solo il 20 per cento dei minori. C’è un problema di grave disattenzione nei confronti dei bambini a tutti i livelli. Di fronte a questa situazione è importante la scelta del reddito di inserimento, è una svolta epocale nel nostro Paese. Tuttavia è uno strumento insufficiente: permette di avere 187 euro al mese quando la soglia di povertà è fissata a 800 euro. Bisogna scegliere se continuare a incrementare la spesa pensionistica o porre più attenzione alle famiglie con minori. Gli italiani nelle scelte pubbliche finiscono per essere fortemente egoisti nei confronti dei bambini”.
Secondo Sandra Zampa, vice presidente Commissione parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza, “la Commissione ha avviato il suo lavoro nel 2013 ed è tempo di bilanci. Abbiamo una condizione di povertà strutturale dalla quale è duro uscire. Servono interventi massicci. Dal 2007 i tassi di povertà sono triplicati”.
Per Filomena Albano, presidente dell’Autorità Garante Nazionale Infanzia, “occorre tenere accesi i riflettori sulla povertà. Tutti i bambini hanno diritto di essere ricchi in uguale misura. Il bambino povero non è solo quello che non ha un tetto sulla testa ma è quello che non ha le stesse opportunità educative dei suoi coetanei. Le misure adottate non sono sufficienti. In un ambito in cui la coperta è sempre più corta, se non si potenzia il dialogo e non si crea una unica cabina di regia non si arriva a nulla. Le misure nazionali devono saper dialogare con quelle locali e con quelle messe in campo dal terzo settore”.
Al convegno è stata presentata anche la ricerca “Varcare la soglia: empowerment e partecipazione per contrastare la povertà” condotta da “L’Albero della Vita” e da Human Foundation. Sono state fatte delle interviste semi-strutturate alle famiglie che hanno partecipato al progetto sperimentale “Varcare la soglia”, iniziato nel 2014 nelle città di Milano e Palermo. Il programma prevede la presa in carico dell’intero nucleo familiare. Negli anni successivi è stato poi esteso a Genova, Roma e Catanzaro e ha dato sostegno a 213 famiglie e a 806 beneficiari, di cui 436 minori.
Le famiglie beneficiarie ricevono un paniere di beni basilari e danno la disponibilità ad essere inseriti all’interno di un percorso educativo. Viene offerto un tutoraggio che ha lo scopo di sviluppare competenze specifiche per affrontare il proprio stato di difficoltà. Il programma interviene anche nella pianificazione dei consumi familiari e prevede un orientamento al lavoro. “Aiutiamo le famiglie da più versanti. Partiamo da una assistenza materiale per creare una prima relazione con loro. Cerchiamo poi di fare un percorso di sostegno psico-sociale e mettiamo in rete le famiglie. Le relazioni sono un fattore di resilienza importante”, ha spiegato Abbruzzi.
La ricerca ha analizzato come è cambiata la vita delle famiglie che hanno partecipato al progetto. Una mamma ha raccontato: “Il servizio mi aiuta tanto come donna perché ci sono momenti in cui ci si sente giù e non sai con cui parlare, pensi di non fare un buon lavoro come madre perché non lavori, non ti senti all’altezza o non puoi soddisfare al cento per cento i bisogni di tuo figlio. Io sono sola e quando parlo con loro riesco a scegliere quello che è giusto per me, per mio figlio”. Secondo la ricerca, “Varcare la soglia” ha prodotto un impatto significativo e rilevante per i beneficiari, attivando processi di cambiamento nella via delle famiglie e dei minori coinvolti. (Gabriella Lanza)