“Rivelazioni di portata potenzialmente maggiore rispetto ai Panama Papers che testimoniano quanto sosteniamo da tempo: la battaglia contro evasione ed elusione fiscale va condotta a livello globale, creando un organismo intergovernativo in seno all’Onu, per mettere al tavolo tutti gli Stati coinvolti, a partire da quelli più poveri che sono i più colpiti”.
Lo affermano Pippo Civati ed Elly Schlein, segretario ed eurodeputata di Possibile, in merito ai Paradise papers, oltre 13 milioni di documenti su investimenti offshore e operazioni finanziarie nei paradisi fiscali, al momento al vaglio dei giornalisti investigativi di oltre cento testate in tutto il mondo.
“Scandali come questo fanno emergere, in modo sempre più chiaro, la portata di un fenomeno che non esitiamo a definire devastante per i bilanci di molti Paesi, perché sottraggono al fisco entrate ingenti, che quasi sempre si traducono in tagli al welfare e ai servizi per i cittadini.
Il Parlamento europeo voterà la settimana prossima la risoluzione finale della Commissione di inchiesta Panama papers – della quale fa parte l’eurodeputata di Possibile – definendo, con forti raccomandazioni, le misure che vanno adottate senza esitazioni per contrastare questi fenomeni, in grado di sottrarre fino a mille miliardi di euro all’anno nella sola area UE. Cifra – concludono Civati e Schlein – che vale tre volte il piano Juncker, e con la quale si potrebbero finanziare investimenti e servizi ai cittadini. Servono piena trasparenza, scambio automatico di informazioni e obblighi di rendicontazione per le multinazionali, a livello europeo e globale: la lotta alle diseguaglianze passa anche da qui”.
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