BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

I funerali di Daphne Caruana Galizia. L’arcivescovo ai giornalisti: “Non abbiate paura. Abbiamo bisogno di voi”

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“Siamo qui oggi per ricordare Daphne, vittima di una violenza omicida che ha spezzato la vita di una donna, una madre, una giornalista”.
Le parole con cui l’arcivescovo Charles Jude Scicluna ha iniziato l’omelia per Daphne Caruana Galizia nella chiesa parrocchiale di Musta, non lontano dal paesino di Bidnija dove la giornalista viveva, hanno destato in tutti i presenti una profonda emozione.
Centinaia di persone in silenzio, accorse ai funerali per l’ultimo saluto alla reporter fatta saltare in aria nella sua auto lo scorso 16 ottobre.
“Non sappiamo ancora chi l’abbia uccisa ma a chiunque abbia partecipato, in un modo o nell’altro nell’omicidio di Daphne, ho questo da dire: non importa quanto ti sforzi di sfuggire alla giustizia degli uomini, non potrai mai sfuggire alla Giustizia di Dio” ha proseguito monsignor Scicluna che rivolgendosi ai giornalisti ha aggiunto: “Non abbiate paura. Vi incoraggio a non stancarvi mai della missione di essere gli occhi, le orecchie e la bocca del popolo. Continuate con coraggio e con pieno rispetto per la verità. Abbiamo bisogno di voi. Di persone libere, intelligenti, curiose, oneste, pacifiche, sicure e protette”.

Toccante anche il pensiero rivolto ai figli Matthew, Andrew e Paul, ricordando che la madre ogni volta che andava all’estero accendeva una candela in chiesa per ciascuno di loro. “La preghiera silenziosa di una madre per i suoi figli che esortava a essere sempre “figli della luce” ha concluso l’arcivescovo,
Alla cerimonia funebre oltre ai familiari e agli amici più stretti di Daphne erano presenti i colleghi a lei più vicini. Nessun politico.
L’unica figura istituzionale presentr, il presidente del parlamento europeo Antonio Tajani, invitato personalmente dai tre figli e dal marito di Daphne, che li aveva voluti ospiti della sessione plenaria dell’assemblea comunitaria di Strasburgo il 24 ottobre.
E proprio dai vertici Ue, esortati ieri dall’appello dei direttori di otto tra le più importanti testate del panorama editoriale mondiale, è arrivato oggi un monito rivolto alle autorità maltesi.

La Commissione europea ha infatti chiesto di “fare tutto il possibile” per ottenere piena luce dall’inchiesta sull’omicidio della Caruana Galizia.
Il vice presidente della Commissione europea Frans Timmermans ha affermato che l’Unione europea farà quanto in suo potere affinché “questo atroce e barbaro assassinio non si risolva nella situazone alla quale i responsabili apparentemente mirano: che nessuno osi porre le domande pertinenti e che nessun giornalista osi indagare sui potenti. Questo non accadrà in Europa. Non sotto la sorveglianza di questa Commissione”.
La famiglia, pur ringraziando Tajani per ia ferma posizione assunta dall’Ue, chiede che alle parole seguano anche iniziative concrete se, come teme, le istituzioni dell’isola – a cui è stato fatto capire che non sarebbero state gradite al funerale, in particola il primo ministro Joseph Muscat e la presidente della Repubblica maltese Marie Louise Coleiro Preca – non collaborino pienamente all’inchiesta.
L’invito della famiglia a Tajani non è stato dunque solo un gesto di cortesia ricambiata, ma un messaggio preciso: nessuna fiducia nelle autorità maltesi e l’investitura all’Ue della responsabilità del raggiungimento della verità sull’omicidio della giornalista che aveva svelato il malaffare e la corruzione che hanno stretto da tempo Malta in una morsa asfissiante.
La speranza è che davvero l’Europa tutta non accetti, qualora venisse proposta, una verità di comodo e non si accontenti dell’individuazione, augurandoci che avvenga, e della cattura degli esecutori senza arrivare ai mandanti di questo inaccettabile crimine contro una persona innocente e la libertà di stampa.


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