Il gip di Roma ha formulato la richiesta di imputazione coatta per gli indagati della Nave Libra della Marina Militare. Secondo i legali delle famiglie i magistrati non avrebbero ascoltato le testimonianze dei sopravvissuti né chiesto all’autorità maltese i rapporti sul naufragio. Gonnella: “Una delle tragedie più gravi del Mediterraneo, si faccia il processo”
ROMA – Il caso del naufragio dell’11 ottobre 2013 non sarà archiviato. Questa mattina il Gip di Roma Giovanni Giorgianni ha respinto l’archiviazione formulando una richiesta di imputazione coatta di alcuni per gli indagati della Nave Libra della Marina Militare. L’episodio riguarda la cosiddetta “strage dei bambini”, il naufragio avvenuto a largo di Lampedusa in cui persero la vita 268 persone, tutte siriane, che viaggiavano su un peschereccio. Tra le vittime si stimano oltre 60 bambini.
Come dimostrano alcuni audio (resi noti dal giornalista Fabrizio Gatti in un’inchiesta dell’Espresso) la Nave della Marina Militare non ha risposto alle continue e disperate richieste di soccorso inviate dai naufraghie, via radio, dall’equipaggio di un aereo militare maltese. Dopo 5 ore il barcone carico di migranti affondò, nonostante la Libra si trovasse a meno di un’ora di navigazione. Per questo fatto furono aperte due inchieste. Nella prima la comandante della nave della Marina Catia Pellegrino, l’ammiraglio Filippo Maria Foffi e i tenenti di vascello Clarissa Torturro e Antonio Miniero erano indagati con l’accusa di omicidio con dolo eventuale in un procedimento ereditato dalla Procura di Roma e precedentemente in capo alla Procura di Agrigento. La seconda inchiesta era stata avviata contro la comandante Pellegrino, i due capitani di fregata Nicola Giannotta e Luca Licciardi e Leopoldo Manna, capo della centrale operativa della Guardia Costiera, per omissione di soccorso. Per entrambi i procedimenti il pm di Roma Giuseppe Pignatone aveva avanzato la richiesta di archiviazione che oggi il gip ha respinto, dando ragione ai familiari delle persone decedute nel naufragio, assistite dagli avvocati di Progetto Diritti Arturo Salerni e Mario Angelelli, e dall’avvocata Alessandra Ballerini, che si erano opposti a questa richiesta. Secondo i legali delle famiglie i magistrati non avrebbero ascoltato le testimonianze dei sopravvissuti né chiesto all’autorità maltese i rapporti sul naufragio che tanto potrebbero dire su questa strage.
“Non possiamo non continuare a far notare quanto questo naufragio rappresenti una delle più gravi tragedie occorse nel Mediterraneo e come sia frutto delle politiche migratorie europee” dichiara Patrizio Gonnella, presidente della Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili (Cild). “I fatti riportati dagli avvocati delle famiglie delle vittime e quelli raccontanti in alcune inchieste giornalistiche ci hanno spinto a sostenere con forza la richiesta di non archiviazioni le indagini. Ci auguriamo che la decisione di oggi del gip possa portare all’apertura di un processo nel quale tutti i testimoni possano essere ascoltati e gli atti acquisiti e si possano chiaramente affermare le responsabilità di questa strage”.