La Federazione nazionale della stampa italiana e’ pronta a dare battaglia contro il provvedimento varato dal governo sulle intercettazioni. Lo hanno annunciato il presidente e il segretario Fnsi, Giuseppe Giulietti e Raffaele Lorusso, durante l’incontro avuto oggi a Montecitorio con la presidente Laura Boldrini. L’associazione di categoria e’ pero’ sul piede di guerra anche sul fronte del precariato nel mondo dell’informazione e sul tema delle cosiddette ‘querele temerarie’, che di fatto limitano la liberta’ di informazione e rappresentano una “vera minaccia per i giornalisti”.
Per Lorusso il decreto legislativo sulle intercettazioni rappresenta “un colpo fortissimo alla liberta’ di informazione e al diritto dei cittadini ad essere informati”. Due i punti maggiormente criticati: “non solo non e’ stato cancellato il carcere per i giornalisti, ma anzi e’ stato aggravato fino a 3 anni, ma non e’ stato fatto nulla per tutelare i giornalisti dalle querele ‘temerarie’ con la richiesta di risarcimenti milionari” che inevitabilmente “minacciano i giornalisti e li privano della liberta’ di informazione”. In particolare, Lorusso ha evidenziato il rischio di “incostituzionalita’ delle norme contenute nel decreto, perche’ la Corte dei diritti dell’Ue dice che non e’ compito del giornalista mantenere il segreto se la notizia ha una rilevanza generale e sociale Per contrastare questo, “saremo costretti ad un’azione conflittuale per la difesa della natura professionale del giornalismo e contro ogni forma di interferenza sulla professione – ha aggiunto Giulietti – perche’ il carcere e’ un fatto gravissimo che risponde all’idea malvagia di scaricare sempre la responsabilita’ sul giornalista”. Giulietti ha quindi annunciato “che per la prima volta stiamo organizzando un’iniziativa congiunta tra Fnsi e Ordine dei giornalisti contro ogni forma di interferenza e per decidere le prossime iniziative sul fronte della lotta alla violenza e alle fake news”.