C’è un luogo che da due anni è una zona franca di confronto e dialogo tra le giornaliste che vivono sulle sponde opposte del Mare nostrum. Questo luogo è il Forum delle giornaliste del Mediterraneo. Che per noi è un mare che unisce, e non divide. Un mare che non vogliamo sia una tomba ma una culla d’idee e talenti. Immagino un mare sulle cui sponde tutti possano affacciarsi: e da una sponda all’altra parlare, comprendendosi.
Questo mare da due anni è navigato anche dalle parole di pietra delle giornaliste che lavorano in zone di crisi, nelle zone calde dei conflitti sociali, politici, ambientali. Loro, le giornaliste che con il loro lavoro rappresentano presidi di Democrazia, dunque di pace, con quelle parole di pietra da una sponda all’altra del Mediterraneo creano ponti, non muri. Perché laddove c’è Informazione c’è Democrazia, dunque pace. Eppure quelle giornaliste sono minacciate, offese, aggredite. Vivono sotto scorta, subiscono il bavaglio delle querele temerarie. La loro pelle è scorticata dalla fatica della precarietà. Dei pezzi poco pagati o non pagati, dei pezzi non pubblicati. Eppure si ostinano a mantenere dritta la loro dignità di giornaliste. Che in quanto tali, subiscono anche violenze di genere, cioè violenze a loro rivolte in quanto donne. Tali sono le offese sui social, l’hate speech e l’insofferenza nei loro confronti da parte di un pubblico abituato alla rassicurante immagine della giornalista che non sconfina in argomenti che vengono ritenuti tipicamente maschili. Eppure le giornaliste vanno avanti, a remare controcorrente in quel mare che non sembra fatto per loro.
Così faceva Daphne Caruana Galizia. A lei è dedicata la seconda edizione del forum delle giornaliste del Mediterraneo, che ho voluto si svolgesse alla vigilia del 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Daphne, remava controcorrente. Denunciando la zona grigia di politica, corruzione e mafia che non conviene illuminare. E indagava su un tubo, il Tap, che non trasporta solo gas, ma tangenti, malaffare, bavagli ai giornalisti e al dissenso dei cittadini e delle cittadine. Invece al Forum chiederemo #VeritàperDaphne, ennesima vittima di una #PressPhobia globale, che pervade l’Italia più di altri paesi. E illumineremo quella zona d’ombra che lo Stato, assente, e nell’assenza diventato mafia, non ha illuminato.
3430 sono le minacce verso giornaliste e giornalisti rimaste impunite in Italia. Le ha censite e studiate ossigeno per l’Informazione. Tutte le giornaliste che partecipano al Forum le hanno subite, in varie modalità. E questo in Ue non può accadere. Non può accadere in Italia essere costretti a subire intimidazioni e minacce, anche le più subdole per il proprio lavoro. Non può accadere a Malta, che si muoia di giornalismo. Non può accade in nessuna Democrazia. Fino a quando i governi resteranno indifferenti? Fino a quando lo saranno i giornalisti nei confronti di quanto accade ai loro colleghi. Noi non lo siamo. E voi?
Info sul Forum delle giornaliste del Mediterraneo: www.giornaliste.org