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Famiglie sotto i portici della basilica dei Santi Apostoli da 3 mesi

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Da agosto 60 famiglie vivono accampate davanti alla chiesa nel cuore di Roma. Ci sono italiani e stranieri in condizione di povertà. “Restiamo qui al freddo per non diventare invibili”. Il Comune: “Rifiutano il censimento, rispetto legalità unica strada per risolvere emergenza abitativa”

ROMA – Stanotte ha piovuto forte e l’acqua sul pavimento è arrivata fino alle tende. Ma – dicono – a preoccupare di più è il freddo: le temperature nelle ultime settimane sono scese anche a Roma, e la notte dormire non è facile sotto le arcate del 1400 di questa chiesa nel cuore della Capitale. Qui da agosto 60 famiglie vivono accampate  nei portici della basilica dei Santi Apostoli, a due passi da piazza Venezia, dopo lo sgombero di uno stabile a Cinecittà, nella speranza di trovare un accordo con Comune e Prefettura. Ma a distanza di mesi il dialogo si è pressoché interrotto e fino a quando i frati minori conventuali lo permetteranno, le persone sono decise a restare qui.

“La Chiesa ha subito molte pressioni per la nostra presenza qui, ma per ora possiamo ancora stare, anche se la situazione non è ottimale per nessuno – spiega Claudio, 58 anni, del Coordinamento di lotta per la casa -. Rimanere rende, però, la nostra lotta visibile. Altrimenti saremmo già scomparsi come è successo per le persone che vivevano a via Curtatone”. Gli occupanti dicono chiaramente di non essere disposti ad accettare soluzioni intermedie, come i centri temporanei per l’accoglienza o le case famiglia. Né tantomeno le nuove casette prefabbricate che il Comune di Roma metterà a disposizione per le fragilità. “Questa è una lotta per la casa e la soluzione è la casa, la casa popolare – aggiunge Claudio -. Qui non ci sono persone fragili e altre meno fragili, perché qui c’è una fragilità che è innanzitutto economica”. “Prima i poveri” hanno scritto in un cartello appeso alla cancellata fuori dalla chiesa. “Forse dovremmo dire più giustamente prima gli impoveriti – aggiunge – qui ci sono persone che hanno perso il lavoro, che si sono ritrovate per strada. E che hanno trovato come ammortizzatore sociale solo l’appoggio nelle occupazioni. E’ da anni che il tema casa non viene più trattato, oggi se ne parla dopo gli ultimi sgomberi. Ma per l’housing sociale non è stato fatto niente”… Continua su redattoresociale


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