Con le elezioni siciliane si sgombra la via delle elezioni. Ora , dopo la manovra di bilancio , al capo dello Stato spetta solo di sciogliere le camere , distinguendo gli obiettivi legislativi praticabili da quelli pretestuosi . Tutto sembra pronto per seguire , con l’interesse che merita , la sfida : tenendo presente che il cittadino non è solo spettatore , ma dovrà poi decidere , e quindi capire . Decidere ,anzitutto , se partecipare: ed è questa la prima responsabilità , alla quale i partiti paiono non troppo interessati . L’attenzione è rivolta solo ai voti , non ai votanti, e non è un buon segno.
Attenti alle tante facce dei “populismi” : le più subdole si annidano dove meno te lo aspetti . Ad esempio , chi oggi si erge come ” argine ” contro il fenomeno , solo pochi anni fa infiocchettava il pacco delle promesse con l’impegno a debellare rapidamente il male di almeno due secoli , se non millenni. Il populismo della disperazione? Eppure i voti non mancarono : l’elettore di una fase di crisi sociale è un soggetto debole , naturalmente disposto a fidarsi . La tecnica è insidiosa e facile : nascondere i problemi reali , di difficile soluzione , con l’accortezza di non comparirvi accanto, e mettere in evidenza problemi secondari , o finti problemi , allo scopo di produrre un emolliente effetto placebo. Un esempio? La lotta ai “privilegi” della politica , alternativa irresponsabile e letale all’obiettivo di elevare la qualità , la competenza , l’autonomia della politica stessa : obiettivo ,questo , indefettibile per una buona legislazione ed amministrazione , per un paese efficiente e giusto . Obiettivo altresì terribilmente complesso , specie se costa la rinuncia a eletti e militanti in primo luogo fedeli . La fedeltà ad un interesse è all’origine del devastante fenomeno della mobilità parlamentare , alla ricerca di nuovi , più convenienti interessi.
Difficile ,e raro , ad esempio , che tra le promesse elettorali campeggi la lotta alle mafie , se non per memoria: nemmeno sotto il profilo drammatico della riconquista di spazi dello Stato alle varie forme di criminalità organizzata. Pluralismo mafioso , che non solo si infiltra nello Stato , ma prospetta il fenomeno opposto , l’espulsione progressiva della legalità dai territori pubblici. Difficile anche che i programmi ricordino il livello di una corruzione ormai compagna sospetta ed ordinaria di gare ,appalti ,concorsi , diritti .
Naturalmente , è presto per giudicare i programmi di una campagna elettorale non ancora annunciata. Però non è presto per qualche avvertenza : se nei programmi spiccheranno proclami di generica ed indistinta riduzione della pressione fiscale , diretta ed indiretta , a scapito degli impegni alla riduzione di un immenso debito pubblico e di una altrettanto gigantesca spesa pubblica , suonerà un campanello d’ allarme per gli elettori. Ma sarà un suono flebile ,che richiede un orecchio attento . Perché votare non può essere solo un impegno passivo , senza responsabilità per chi lo esercita. Quella di imparare a distinguere , ad esempio , tra una proposta che persegua un vantaggio generale e duraturo , che riverberi sulla collettività , e quella che occhieggi alla soddisfazione di istanze particolari , immediata negli effetti .
Non si reca alle urne un italiano su due , ormai , in media. Ma risvegliare assenti ed assenteisti , che già hanno consumato lo spazio per le promesse illusorie rischia di essere , per i partiti, un’ arma a doppio taglio .
Preoccupante è il fenomeno dell’uso di istituti e funzioni per scopi di consenso . Pervenuto a Inquietante , ad esempio la torsione delle inchieste parlamentari – strumento nato con finalità di tutela delle minoranze – usate come manganelli , con i poteri di cui sono dotate , contro avversari politici e istituzionali. Telekom Serbia , Igor Marini , una pagina nera della nostra democrazia. Preoccupante , e molto , quanto sta avvenendo con l’inchiesta sulle banche , e prima ancora con il braccio di ferro sui vertici della banca centrale. Che mescola , in un impasto irresponsabile , ingerenze improprie della politica in procedure istituzionali , e che ha prodotto per ora il risultato di un’autorità indipendente platealmente priva non richiesta della fiducia del parlamento ; e di un conflitto istituzionale ancora non cicatrizzato . Così come stride con il dovere di terzietà l’impegno diretto e sollecitato dei i presidenti delle camere della costruzione di nuovi soggetti politici.
Queste riflessioni contengono generici e parziali avvisi per gli elettori , e rilievi per ora rivolti all’insieme delle forze politiche. I populisti si annidano dove meno uno se lo aspetta. La campagna elettorale , nel suo svolgersi , offrirà spunti più diretti , meno generici , da non trascurare.
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