“Rileggiamo l’articolo 21 della Costituzione”. Presentazione del Concorso di Articolo 21 alla Fnsi con la Ministra Fedeli 

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Martedì 17 ottobre alle ore 12,30 presso la sede Fnsi in Corso Vittorio Emanuele 349 si terrà la presentazione del concorso “Rileggiamo l’articolo 21 della Costituzione”. E’ un esperimento didattico di educazione ai media che ha lo scopo di accrescere nei giovani la facoltà di critica e di giudizio nell’uso dei mezzi di comunicazione. Lavorando in gruppi, gli studenti dovranno elaborare un testo di non più di 2.000 caratteri che dia un’interpretazione dell’Articolo 21 (libertà d’espressione) in linea con le radicali innovazioni introdotte nei mass media dalla rivoluzione digitale.

Le iscrizioni sono aperte fino all’8 dicembre 2017 sul sito: www.rileggiamolarticolo21.it.

Gli autorevoli giuristi, filosofi e giornalisti membri della giuria, oltre a decretare la scuola vincitrice del concorso, incontreranno gli studenti per favorirli nel lavoro di redazione del testo. L’elaborato vincente sarà consegnato dai ragazzi nelle mani del Capo dello Stato, dei Presidenti di Senato e Camera e del Presidente del Consiglio entro la fine di aprile 2018.

Come si presenta il panorama che fa da sfondo a questo progetto? Certamente è frastagliato come un enorme arcipelago composto di minuscoli atolli isolati, un territorio scarsamente regolato e attraversato da conflitti e problemi di ogni genere: politici, strategici, commerciali, fiscali, legali, sociali, morali e personali. Ma di tutte le contraddizioni ve n’è una che, pur nella sua gravità, rischia di passare in secondo piano: la profonda incomunicabilità tra il regno governato dall’argomentazione razionale e il regno dominato dalla suggestione.

La rete che consente a tutte le università, le accademie, le istituzioni scientifiche e i centri di ricerca del mondo di dialogare e scambiarsi esperienze e conoscenze; la rete che assicura – anche grazie a intelligenti sistemi automatici di traduzione – il libero accesso alle più straordinarie opere dell’ingegno umano che sono a fondamento di civiltà e culture; la rete che ha dato vita al più grande e straordinario spazio pubblico che l’umanità abbia conosciuto; questa rete è la stessa che produce campagne di disinformazione, incitamento all’odio, cyberbullismo; che alimenta un chiacchiericcio ininterrotto condito di rancore e indignazione, fino a esercitare una censura additiva sulla realtà prodotta da quella che i sociologi chiamano shitstorm, tempeste di letame.

Il paradosso sta nel fatto che gli strumenti in uso dagli abitanti di questi due universi sono gli stessi: siti web, posta elettronica, social network, skype, apps; tuttavia pur convidendo lo stesso habitat questi mondi sono tra loro incommensurabili e invisibili l’uno all’altro come la materia e l’antimateria. Da una parte abbiamo il regno dell’episteme, dall’altra il trionfo della doxa; da un lato gli eredi dell’opinione pubblica borghese nata nel secolo dei Lumi; dall’altro, un’indistinta opinione di massa, espressione di un “populismo digitale” alla mercè di un sesto potere all’apparenza irresistibile.

E’, dunque, una priorità per gli stati democratici e i suoi apparati intermedi (uomini dei media e docenti in primis) aprire un varco tra questi due mondi, costruire dei ponti ermeneutici basati sulla ricerca della verità fattuale, sulla divulgazione che chiarisce senza banalizzare, sul valore della conoscenza e sulla forza dell’argomentazione razionale, in modo da sottrarre gli abitanti dello sciame digitale alla tirannia del like, vittime inconsapevoli di una truffaldina economia del gratis che riduce gli utenti a merce da vendere alle agenzie di pubblicità, per agevolarli nel passaggio dall’universo del pressappochismo, delle false verità, dei pregiudizi e delle suggestioni a quello del discorso pubblico rigoroso, dialettico, fondato sulla logica e la critica, sulla capacità di giudizio, sul rispetto dell’Altro, sulle ragioni dell’Altro; un mondo che già esiste, felicemente popolato dalle menti migliori del nostro tempo, nel quale il I don’t like ha diritto di cittadinanza.

Compito sovrumano si dirà. Ma cosa ci si può aspettare da una visione solo unilaterale del web – quello liquido, chiassoso e farneticante – se non una rassegnata indignazione che apre la strada a pericolose scorciatoie repressive, “dolorose ma inevitabili, per motivi di sicurezza”, magari affidando il compito di censurare ai grandi aggregatori di contenuti (altrui) come Google, Facebook e Twitter – come se non bastasse la pervasività con cui i loro algoritmi e le tecnologie proprietarie di cui dispongono già plasmano valori, comportamenti e modelli di consumo culturale?

Per arginare gli abusi della libertà d’espressione esistono le leggi, ma l’unica arma realmente efficace è la facoltà di giudizio e di critica, la capacità di riconoscere l’autorevolezza delle fonti e di contestualizzare le notizie in una dimensione attuale e storica: un compito educativo che spetta soprattutto alla scuola perché l’accesso a Internet non è tanto un problema di connessioni e gigabyte quanto di gestione consapevole del diritto di informare, di essere informati, di informarsi; una consapevolezza che sarà tanto più diffusa quanto maggiori saranno le occasioni di confronto non solo tra i giuristi, i rappresentanti delle istituzioni e i giornalisti, ma anche tra questi e gli utenti dell’informazione, specialmente i giovani che dei media interattivi sono i principali fruitori.

A tal fine, i promotori del concorso sull’Articolo 21 hanno organizzato il primo di questi incontri sabato 28 ottobre 2017 all’Accademia di Francia a Villa Medici dalle 10 alle 13 nel corso del Festival Eurovisioni.

Ci avviciniamo a questo esperimento didattico confidando sull’intelligenza degli studenti e con uno spirito per nulla rassegnato o apocalittico, fiduciosi che un giorno i principi che sono alla base dell’Articolo 21 siano incarnati in una rete divenuta realmente accessibile a tutti, libera, neutrale, equa e regolata come la sognava il compianto Stefano Rodotà nella sua “Dichiarazione dei diritti in Internet” approvata dalla Commissione istituita dalla Presidenza della Camera.

L’associazione Articolo 21 dedica il concorso sulla rilettura dell’Articolo 21 alla sua memoria e al suo straordinario impegno civile.


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