Di fronte all’alto numero di gravi attacchi che si sono verificati contro giornalisti e blogger italiani (321 nel 2017, 3406 dal 2006 a oggi) e alla pressoché assoluta difficoltà di individuare e punire gli aggressori occorre creare in Italia un hotspot, una piattaforma pubblica per veicolare attraverso essa informazioni e allarmi tempestivi alle istituzioni sulle più gravi violazioni del diritto di informare e di essere informati. Questa la proposta formulata dal direttore dell’osservatorio Ossigeno per l’informazione, Alberto Spampinato, in una conferenza stampa al Press Club di Bruxelles.
La proposta, che nasce dall’esperienza decennale del monitoraggio degli attacchi in Italia, ha spiegato Spampinato, “è rivolta a tutti i paesi dell’Europa occidentale, poiché in ognuno di essi sono necessari sia un monitoraggio continuativo e indipendente delle violazioni, come in Italia, sia hotspot in grado di funzionare come interfacce attive della Piattaforma creata dal Consiglio d’Europa per promuovere la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti. Inoltre bisogna impegnare le università di ogni paese a formare osservatori specializzati in grado di gestire queste piattaforme”.
Il direttore di Ossigeno ha infine riassunto i contenuti della conferenza promossa ieri da Ossigeno all’Università di Gand invitando i media e le istituzioni a usare un linguaggio appropriato sugli attacchi violenti e gli abusi delle denunce per diffamazione contro giornalisti e blogger compiuti allo scopo palese di impedire il libero esercizio del diritto di informare e di essere informati. “Questi atti stanno diffondendo una forma di censura violenta. Dobbiamo dirlo chiaramente e dobbiamo chiedere che le deliberate violazioni del diritto di informazione siano punite come reato, come avviene per altri diritti”.