Proprio nelle ore in cui tutti i giornali italiani si concentravano sulle azioni nello stadio Olimpico di gruppi antisemiti, probabilmente legati ad ambienti “neri” della Capitale, passava del tutto inosservato che fuori da quello stadio, in un centinaio di città italiane, CasaPound e il Fronte Europeo per la Siria hanno tappezzato mura e monumenti con scritte inneggianti a uno dei più famigerati comandanti delle forze armate siriane, Issam Zahreddine, criminale di guerra, responsabile di crimini contro l’umanità, recentemente morto in combattimento in Siria, colpito da un’azione dell’Isis. Lui, maggiore generale della Guardia Repubblicana siriana, è stato inserito dall’Unione Europea in una “short list” di individui colpiti da sanzioni personali e speciali, con l’accusa di essere il responsabile di una delle più gravi stragi dell’orrenda tragedia siriana, quella di Bab Amr.
Condiviso da Avanguardia Nazionale sui social network, il loro omaggio all’ “eroe siriano” va capito meglio, visto che riguarda un generale che è divenuto famoso per una fotografia, che lo ritrae vicino a impiccati chiaramente torturati in precedenza, e un filmato, che lo ritrae camminare davanti a una fila di cadaveri così lunga da indurlo a fermarsi prima di aver concluso la sua passeggiata. Secondo i familiari di Marie Colvin, la giornalista assassinata in Siria, fu lui a ordinare l’attacco di artiglieria una volta appreso dove la famosa reporter era alloggiata. Tra le sue ultime azioni pubbliche, un’intervista rilasciata proprio poche settimane fa. Rivolgendosi ai milioni di profughi siriani fuggiti all’estero dopo aver perso tutto Issam Zahreddine ha detto: “se sapete cosa è bene per voi, non rimetterete mai piede in Siria.” E’ bene sapere che tra gli ambienti che simpatizzano con Zahreddine figurano anche molti gruppi della sinistra radicale o antagonista, dei quali sarà bene occuparsi presto. Ma la galassia che ha salutato il generale siriano va conosciuta. Cominciamo proprio dal Fronte Europeo per la Siria. Chi sono?
Si tratta di una sigla-cartello al quale aderiscono tanti gruppi, molti di estrema destra, come i partner di Casa Pound. L’impegno per la Siria ne ha portato alcuni delegati ad essere ricevuti, il 2 febbraio del 2016, dall’allora patriarca melchita Gregorio III a Damasco prima che visitassero le città cristiane colpite dai jihadisti di Maalula e Saydnaya. Per aiutarci a chiarirci su chi siano già nel 2013, il webmagazine dei gesuiti “Popoli”, sottolineata la curiosa convergenza di elementi di estrema destra e di estrema sinistra, come nel caso di Ouday Ramadan, che a lungo si è definito comunista e in quel campo ha militato, scriveva che «promosso dall’associazione Zenit e dal gruppo Controtempo, due piccole sigle dell’arcipelago nero romano, il Fronte ha saputo catalizzare intorno a sé la partecipazione di organizzazioni più consistenti come Casa Pound, l’organizzazione che si ispira all’azione del poeta statunitense Ezra Pound e i cui membri amano definirsi “fascisti del Terzo millennio”.» Quando, nel 2013, il neonato Fronte ha convocato un raduno per la Siria al quale hanno aderito molte sigle del mondo rossobruno europeo, proibito dalla Questura, il Fatto Quotidiano ha scritto del suo cofondatore Zenit, che nel suo simbolo ha una maschera antigas e intrattiene buoni rapporti con il partito greco Alba Dorata: «sul suo sito dice di “ispirarsi al fascismo”, organizza spesso conferenze a “difesa del popolo siriano” con Casa Pound Italia e Forza Nuova. Invita personaggi come Mario Merlino, ex leader dei nazi-maoisti, e domenica scorsa sul profilo Facebook ha condiviso un orrido post di solidarietà a Esteban M, il neonazista francese sospettato di aver ucciso il diciannovenne antifascista Clement Meric.»
Continuando a seguire gli elogi di Issam Zahreddine troviamo “Lealtà Azione”, organizzazione che definisce il pensiero una “ visione del mondo che si richiama ai principi dottrinali, sacri e incorruttibili”. Anche “Lealtà Azione” si ispira alla visione “solidarista”, «perché, al centro del sistema solidarista, non si ha l’individuo caratteristico del sistema liberale, ma la persona, considerata all’interno della sua comunità, dalla quale riceve innanzitutto la formazione e l’educazione e di seguito una rete di rapporti umani che le permettono di realizzarsi completamente.»
“Lealtà Azione” ha recentemente richiamato l’attenzione per un corteo lombardo al quale erano presenti molti suoi attivisti: lungo il percorso sono stati ritrovati adesivi nazisti con tanto di SS sorridente con svastica al petto. Dietro questa sigla opera in Lombardia il circuito degli Hammerskin – “l’elite skinhead” – , il network internazionale neonazista nato a metà anni Ottanta negli Stati Uniti da una costola del Ku Klux Klan. Già nel 2013 il quotidiano La Repubblica avvertiva che “il leader di Lealtà Azione, Stefano Del Miglio, nel 2007 è stato condannato per un raid squadrista sui Navigli, durante il quale sei giovani vennero accoltellati.
Per riuscire ad accreditarsi in molti ambienti “Lealtà Azione” ha usato proprio la Siria e una nuova sigla, “Una voce nel silenzio”, che sull’eroe Issam Zahreddine ha scritto in questi giorni: «Durante un’operazione militare contro l’Isis a Saqr Island, è saltato, su una mina, il convoglio del Generale Issam Zahreddine. Un altro martire in questa guerra che la #Siria sta combattendo per la difesa della Patria e della civiltà.Chi cade per difendere questi valori sacri non muore mai ed il ricordo di tutti i soldati siriani morti al fronte vivrà per sempre!»
Ma cos’è questa “Una voce nel silenzio”? E’ il progetto culturale creato dalla Onlus solidarista Bran-co (che specifica come la dottrina solidarista elaborata all’inizio del Novecento apprezza il corporativismo fasciata e nulla ha a che fare la “solidarietà pelosa”). Bran-co da tempo punta sul progetto “Una voce nel silenzio”, che sembra co-prodotto, gestito e promosso insieme a “Lealtà Azione”. Il mondo politico fiorentino, che dopo aver premiato il presidente di un gruppo denominato “ProgettoFirenze Dinamo” ha appreso della denuncia che questo progetto sarebbe filiazione di “Lealtà Azione” e ha cancellato le nuove iniziative, ci indica che la tragedia siriana rischia di dare spazio anche inconsapevolmente a frange eversive, razziste, antisemite, xenofobe.