Ormoni e istinto primordiale per spiegare lo stupro, querele temerarie per zittire chi non ci sta: il linguaggio dell’odio del senatore Vincenzo D’Anna contro Elvira Tarsitano sintetizza l’arretratezza culturale di buona parte del Paese. “Serve un poco di buonsenso, un poco di cautela alle donne non farebbe male”: la ricetta di un senatore della Repubblica per ovviare agli stupri
Ricordate il gesto osceno del senatore Vincenzo d’Anna rivolto alla collega senatrice Barbara Lezzi? Questo rappresentante del popolo italiano ne ha fatta un’altra delle sue. Dopo i recenti stupri avvenuti a Rimini, ai microfoni di Radio Cusano Campus ha dichiarato testualmente che: “Ai miei tempi una donna non si trovava per strada alle 3 di mattina, e quindi si trovava assoggettabile a questi tipi di attenzione, perché la donna porta con sé l’idea del corpo, l’idea della preda. Se ti trovi in una zona di periferia, sola in mezzo alla strada, puoi anche essere oggetto di un’aggressione”. Avete sgranato gli occhi? Si, avete letto bene.
Anche Elvira Tarsitano (nella foto) quando l’ha sentito non credeva alle sue orecchie. Elvira Tarsitano è una scienziata dell’Università di Bari, docente presso la stessa università in Medicina Veterinaria, giornalista pubblicista e ha il vizio di dire quello che pensa. Così, quando il senatore D’Anna (Già Forza Italia-PDL, ora verdiniano), è ricorso a tali frasi offensive nei confronti del genere femminile, s’è fatta promotrice di una raccolta di firme tra le migliaia di biologhe iscritte, per esprimere solidarietà nei confronti delle vittime di stupro e per condannare la posizione sessista di un esponente del Parlamento italiano. A quel punto, la violenza verbale del senatore della Repubblica s’è diretta verso Elvira Tarsitano, minacciata di querela da D’Anna.
Perché secondo me è un caso emblematico? Al di là della normale dialettica –anche aspra, e ci sta – da campagna elettorale (Entrambi sono candidati all’Ordine nazionale), è un caso interessante perché l’Ordine dei Biologi, che ormai dovrebbe cambiare denominazione in “Ordine delle Biologhe e dei Biologi”, in quanto il 70% delle iscritte, su 50mila, sono donne, è diventato terreno di scontro tra i due sessi. O meglio tra i due poteri: il potere maschile, sentendosi minacciato sul fronte politico dalla maggiore rappresentatività del genere femminile, ha spostato il fuoco sparando (la metafora ci vuole) le donne tra le gambe. Cioè la violenza è diventata di genere, come dire: “Stai zitta, donna, perché se giri da sola di notte ti stupro e se parli ti querelo”. Ci sono burqa coprenti e burqa invisibili ma non meno pesanti. D’Anna ha cercato di metterlo a Tarsitano e a tutte le biologhe, e solo per una questione politica in senso stretto: la sua elezione.
Ma anche Elvira Tarsitano è impegnata in politica: è presidente del Pd Pugliese ed è presidente dell’associazione nazionale biologhe e biologi ambientalisti. Rappresenta dunque un pericolo per D’Anna, quando riesce a trascinarlo sul piano delle politiche di genere (ma direi delle argomentazioni concrete tout court), facendo sentire le iscritte ben rappresentate.
Il tentativo di zittirla con una intimidazione, che sventaglia sotto il naso una querela, è dunque evidente. Così come è evidente la reazione dell’uomo che, sentendosi contestato da una donna sul piano degli argomenti, per ristabilire l’ordine patriarcale delle cose, le mette di forza un “fallo” in bocca. Come con la senatrice Lezzi. E per quel gesto è stato sospeso 5 giorni dai lavori del Senato. Cioè le usa una violenza di genere, una violenza rivolta ad una donna in quanto donna: anche l’intimidazione e la minaccia di querela non è altro che questo, una violenza di genere per ristabilire l’ordine patriarcale delle cose.
Ecco l’appello delle biologhe italiane dopo le dichiarazioni di D’Anna alla radio:
“#iononcisto Le Biologhe Italiane per le vittime di #stupro
Noi, Biologhe Italiane, riteniamo le parole espresse oggi dal Senatore Vincenzo D’Anna in merito ai recenti, terribili, fatti di cronaca riferiti a episodi di stupro, deplorevoli e gravissime. L’incarico istituzionale dello stesso e la sua candidatura alla presidenza dell’Ordine Nazionale dei Biologi le rendono, se possibile, ancora più gravi. Ci dissociamo fermamente da questa mentalità retrograda ed espressione di un maschilismo della peggior fattispecie che tende ad attribuire alla vittima di stupro parte della responsabilità di ciò che ha dovuto subire. Il Senatore D’Anna è come noi iscritto all’Ordine Nazionale dei Biologi, e le sue esternazioni rischiano inoltre di gettare discredito su tutta la nostra categoria. Anche per questo motivo, decidiamo di alzare le nostre voci per condannarle con forza.
L’Ordine Nazionale dei Biologi conta circa 50 mila iscritti al suo attivo, il 70% dei quali sono donne. Donne di tutte le età che hanno studiato, hanno intrapreso una carriera, hanno fatto a pugni e fanno ogni giorno a pugni con tutte le difficoltà che questa società di oggi presenta. Donne lavoratrici, ma anche mogli, mamme, figlie, sorelle, nonne.
Dopo 50 anni dalla sua fondazione l’Ordine dei Biologi rischia di essere gestito da un uomo che disprezza il 70% delle persone che ne fanno parte.
Ma il senatore non è nuovo a vicende del genere: nell’ottobre del 2015 aveva già ricevuto 5 giorni di sospensione dal suo ruolo di parlamentare per gesti sessisti nei confronti della senatrice Barbara Lezzi durante una seduta in senato.
Noi Biologhe, lavoratrici e studentesse, ma soprattutto noi Donne ci dissociamo totalmente da quest’uomo, in quanto non lo riteniamo degno di rappresentare la nostra categoria professionale né tantomeno vogliamo che rappresenti noi come popolo in Parlamento”. Dopo il comunicato D’Anna ha alzato ancora il tiro, definendo Tarsitano “pasionaria” (che detto in quel contesto è uno stereotipo che sta per “uterina”) e da il meglio di sé in un linguaggio della violenza che smitraglia tutti sui social: “Non è un caso – continua D’Anna su Facebook, che i principali miei detrattori siano lesbiche, omosessuali, politici di Sinistra che si aggrappano al politicamente corretto che altro non sarebbe che imporre il loro modo di pensare. (…) Insomma sono pecore belanti che pensano di ululare”, conclude il senatore.
Oggi, 6 ottobre, D’Anna ha dichiarato a Radio Cusano Campus che gli omosessuali sono “una sub specie umana” e ha commentato su Facebook che Tarsitano appartiene “all’altra sponda”.
Ovviamente, dice Elvira Tarsitano, “non mi fermo e vado avanti”. E noi con lei.
ASCOLTA QUI L’INTERVISTA INTEGRALE DI RADIO CUSANO CAMPUS
AFORISMARIO: alcune delle migliori citazioni del senatore D’Anna
“Vergini dai candidi manti, rotte di dietro, ma sane davanti”.
“La donna porta con sè l’idea del corpo, l’idea della preda”.
“Io non sono un maschilista, ma il corpo della donna è oggetto e fonte di desiderio da parte dell’uomo. È un istinto, sarà primordiale, sarà ancestrale, quello che volete”.
“Certe volte un tipo di abbigliamento, un tipo di contesto, fa pensare a dei soggetti che siano una manifestazione di disponibilità da parte della donna. Serve un poco di buonsenso, un poco di cautela, alle donne non farebbe male”.
#iononcisto #pontinonmuri