BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Migranti, 85 mila italiani hanno firmato per abolire la Bossi-Fini

0 0

Grande successo per la campagna “Ero Straniero” per una nuova legge di iniziativa popolare sull’immigrazione e creare nuovi canali di ingressi regolari per migranti lavoratori. La proposta sarà discussa in Parlamento nella prossima legislatura

ROMA – Oltre 85 mila italiani hanno firmato per abolire la legge Bossi Fini e creare nuovi canali di ingressi regolari per migranti lavoratori. E’ il risultato della campagna “Ero straniero. L’umanità che fa bene” lanciata da Radicali Italiani ed Emma Bonino, Fondazione Casa della Carità, Acli, Arci, Asgi, Centro Astalli, Cnca, A Buon Diritto, Cild con il sostegno di numerosi sindaci in tutta Italia.

L’obiettivo di questa legge di iniziativa popolare era raccogliere 50 mila firme, come previsto dalla Costituzione per portare la legge all’attenzione del Parlamento. L’obiettivo è stato ampiamente superato. Oggi gli scatoloni contenenti tutti i moduli con le firme saranno portati in Parlamento, dove la legge approderà nella prossima legislatura come prima legge da discutere.

Il titolo della legge di iniziativa popolare depositata alla Camera è: “Nuove norme per la promozione del regolare permesso di soggiorno e dell’inclusione sociale e lavorativa di cittadini stranieri non comunitari”. Si compone di otto articoli che prevedono, tra l’altro, l’introduzione di un permesso di soggiorno temporaneo per la ricerca di occupazione, la reintroduzione del sistema dello sponsor, la regolarizzazione su base individuale degli stranieri radicati; l’abolizione del reato di clandestinità.

Nei sei mesi di campagna sono stati allestiti dalle organizzazioni promotrici circa 4mila banchetti di raccolta firme in centinaia di città italiane. Roma e Milano le città più virtuose nella raccolta, con quasi 20 mila firme a testa. “E’ stato un grande risultato – ha detto Emma Bonino – ma ancora la strada è in salita. Non dobbiamo sederci, ma portare questa legge di iniziativa popolare in altre nazioni dell’Europa”.

Da redattoresociale


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21