«Vorrei diventare una donna influente, a favore dei diritti dei bambini, in particolare delle bambine. E vorrei essere un esempio per mia sorella, mia cugina e le altre ragazze della mia comunità», dice Raby, giovane blogger e attivista per i diritti umani guineiana. E continua: «La società può trarre solo beneficio dal fatto che i diritti delle bambine e delle donne vengano rispettati. Perché le bambine, se istruite, sono il volano della società. Sogno un mondo dove tutti abbiano pieni diritti». Raby, assieme ad altre 400 giovani attiviste, provenienti da varie parti del mondo, parteciperà oggi (11 ottobre) al summit sui diritti delle bambine, organizzato all’Hotel de Ville di Parigi da “Plan International”.
«Parigi oggi vuole essere la capitale dei diritti delle bambine. Perché quando le bambine e le ragazze ottengono pari opportunità, possono trasformare le loro vite. Investire su di loro, è vincente per tutti – spiega la CEO della storica Ong britannica, Anne-Birgitte Albrectsen -. Con questo incontro vogliamo ricordare ai leader mondiali che quasi mezzo miliardo di bambini vive in estrema povertà e circa 125 milioni non frequentano la scuola. Le bambine sono le più svantaggiate in ogni campo e maggiormente esposte al rischio di violenze sessuali. Milioni in tutto il mondo vivono nella paura della discriminazione, della stigmatizzazione e della violenza, solo per aver osato cercare di realizzare i propri sogni. Vogliamo anche tornare a sottolineare che solo il 23% dei parlamentari mondiali sono donne, ci sono solo dieci capi di stato e poco più del 3% degli amministratori delegati che dirigono le principali 500 società del mondo sono donne».
Partecipano al summit Ingrid Nilsen – diventata una delle più famose YouTube influencer dopo aver intervistato Barack Obama sull’uguaglianza di genere e la Tampon Tax -; Mariane Pearl, giornalista e autrice di Chime for Change, iniziativa sull’empowerment femminile; la scultrice Kristen Visbal, che ha realizzato la famosa statua “Fearless Girl”, installata a Bowling Green, nel quartiere finanziario di Manhattan, a New York, con l’obiettivo di incoraggiare le aziende a reclutare donne anche nei ruoli di potere; Clara Gaymard, presidente del Women’s Forum for the Economy and Society; Lola Dubini, musicista e attivista contro il bullismo e le molestie sessuali; Tiffany Pham, CEO e fondatrice di Mogul, piattaforma online dedicata alle donne; David Coe, CEO della World Association of Girl Guides and Girl Scouts, movimento globale che ha l’obiettivo di dar voce alle bambine; l’attivista femminile musulmana australiana-sudanese Yassmin Abdel Magied, e Katja Iverson, direttrice generale dell’organizzazione globale di advocacy “Women Deliver”. Le ultime due svolgeranno anche una sessione di tutoraggio, per ispirare con le loro storie e le loro idee le più giovani.
Il vertice sarà caratterizzato da discussioni sullo stato dei diritti delle ragazze nel 2017, e sul loro futuro, a partire dalla strategia globale che Plan International ha individuato per i prossimi cinque anni, ovvero realizzare l’uguaglianza di genere e difendere i diritti dei bambini/e che vivono in aree di crisi o in zone colpite da catastrofi naturali. Una strategia che nasce dall’osservazione della realtà. Mai come oggi nella storia i ragazzi sotto i trent’anni sono stati così numerosi, e la metà vive in Paesi in via di sviluppo, dove gli ostacoli alla realizzazione del diritto alla salute, all’educazione e a una vita libera da violenza sono maggiori. Il summit si concluderà con la spettacolare performance di musica dal vivo di Inna Modja, una cantante pop maliana-francese, che si batte contro le mutilazioni genitali femminili (FGM).
Plan International è una organizzazione umanitaria non governativa, fondata nel 1937; opera nel campo del sostegno all’infanzia, con particolare attenzione alle problematiche di genere. Conta sedi in 51 Paesi del mondo.