La rinuncia alla legge sullo ius soli è una resa vile

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Chiamiamo le cose con il loro nome e senza giri di parole. Hanno vinto su tutte la propaganda della Lega Nord e di Grillo, le paure e le mistificazioni. Hanno perduto ottocentomila ragazzi, la politica che non ha avuto il coraggio di scegliere, e così è fallito uno scampolo di idea che si poteva ritenere di sinistra e persino di centro ma andava sostenuta.

Certo la legge è stata affondata da Angelino Alfano e dal suo piccolo partito in cerca di una casa che gli garantisca di poter sede ancora al tavolo nella prossima legislatura. Ma questo è successo anche perché il Partito democratico non è stato capace di indicare le proprie priorità a un alleato che ha incassato enormemente più di quanto valga (basti pensare alle poltrone ministeriali collezionate da Alfano al cui confronto impallidiscono persino i big della prima repubblica).

La legge che dava la cittadinanza ai bambini nati in Italia da genitori stranieri che avessero almeno un regolare permesso di soggiorno (da almeno 5 anni) non verrà approvata in questa legislatura ed è rinviata a un futuro indefinito. Un futuro però che possa garantire ai politici la sicurezza di non indisporre nessuno e di non rischiare nulla.

Sfruttando le elezioni tedesche, Alfano ha coniato una frase di cui pareva molto orgoglioso:” Una cosa giusta  fatta al momento sbagliato può diventare una cosa sbagliata”. E allora meglio fare direttamente una cosa sbagliata: arrendersi alla Lega Nord nella convinzione di poter conquistare qualche voto. Un gigantesco abbaglio. Alfano che pretenderebbe di rivolgersi a un elettorato cattolico e il partito di Matteo Renzi non portano un solo voto in più da questa vicenda ,anzi perderanno quelli di chi si chiede dove sia finito il coraggio delle proprie idee e convinzioni.

A luglio, quando la legge venne rinviata, si disse che non la si poteva approvare in un momento in cui i migranti sbarcavano in massa  sulle nostre coste, (stabilendo un  legame tra le due cose che non ha  fondamento) così venne messa in campo la strategia di Marco Minniti per fermare i flussi dall’Africa e insieme paure e ansia. Gli sbarchi sono crollati, il ministro dell’Interno ha varato un piano di diritti e doveri per i rifugiati ma ora crolla il patto di chi voleva tenere insieme sicurezza e integrazione ,in questo caso non di chi è arrivato con gli scafisti ma di chi è nato e cresciuto in Italia.

Quello che è successo è il perfetto segno dei tempi ,quello in cui le grida degli ultra, vincono sulla razionalità e il buon senso, quello in cui si mescolano  i piani e in cui si mescolano i piani e ci si piega alle generalizzazioni. Come ha ben spiegato su La Repubblica Ilvo Diamanti ,il tema immigrazione  sarà un caso ogni volta che ci sono le elezioni o è il frutto di una propaganda elettorale avvelenata?

Ed è un segno dei tempi pensare anche di cancellare i problemi rimuovendoli.

Domenica scorsa sul Corriere della Sera Galli della Loggia ha messo in evidenza sullo Jus soli  mettendo al centro le difficoltà culturali dell’integrazione dei mussulmani -che sarebbero soltanto un terzo dei beneficati della legge- oltre che la possibilità di mantenere una doppia cittadinanza)(non si capisce perchè sia lecito e pacifico poter avere il passaporto italiano e quello statunitense ma sospetto mantenere quello marocchino o senegalese).
E’ chiaro che i problemi esistono, come sottolinea Galli della Loggia, di fronte a culture e comunità che non riconoscono alle donne gli stessi diritti degli uomini ma allora la soluzione è negare la cittadinanza alle bambine che a 12 anni vengono rispedite nei loro Paesi per i matrimoni combinati e che non possono andare alle università anche se sono più brave dei loro fratelli? La soluzione è arrendersi di fronte a mentalità arretrate o difendere quelle bambine con una cittadinanza che permetta di integrarle e far progredire le loro comunità?

Arrendersi alla chiusura di quelle comunità che vivono e continueranno a vivere nelle nostre città è l’errore più grande che possiamo fare e che complicherà il nostro futuro. Abbiamo sprecato un’occasione gigantesca ,reso inutile un finale di legislatura che poteva provare ad essere nobile e accettato di perdere la partita rinunciando a giocarla.


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