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La pellicola si tinge di Giallo per Giulio. Il Cerveteri Film Festival, a 20 mesi dalla sua scomparsa, ricorda Giulio Regeni

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Giulio continua a fare cose. Giulio continua a emozionare le persone che capitano sulla sua strada. Giulio si lascia abbracciare anche da chi lo ha conosciuto solo negli ultimi, lunghi e strazianti, 20 mesi. Giulio continua a fare cose. Giulio continua a essere presente in giro per l’Italia (e non solo), a far parlare delle cose che per lui erano importanti: la necessità di conoscere e comprendere l’altro, il bisogno di indagare sulle cose, l’esigenza di salvaguardare i diritti di tutte le persone, in ogni parte del mondo. Giulio continua ad essere vita, quella delle tante persone che stanno resistendo per lui, per la sua famiglia, per non far cadere un velo di silenzio su ciò che gli hanno fatto. Giulio continua ad amare il cinema, quella passione che lo portava, sia a casa che con gli amici, ad organizzare delle serate tutti insieme, per guardare e parlare di tanti film.

E il cinema, ancora una volta, ha dimostrato di amare questo giovane ricercatore, torturato e barbaramente ucciso in Egitto, di non averlo e di non volerlo dimenticare. Così come Giulio continua a fare cose, il cinema continua a chiedere #veritapergiulioregeni.

E’ quello che è successo durante il Cerveteri Film Festival, che si è svolto nella cittadina laziale dal 28 settembre al 1 ottobre. Un Festival giovane – alla sua prima edizione – fortemente voluto dal Comune di Cerveteri, gestito da giovani, con un sindaco, Alessio Pascucci, poco più che trentaquattrenne e un’Assessore alla Cultura, Federica Bataffarrano, di appena 29 anni. Coetanei di Giulio, appartenenti alla stessa generazione determinata, decisa, convinta e convincente in tutto quello che fanno. E che, da subito, hanno accolto l’invito di Boris Sollazzo, chiamato a dirigere il Cerveteri Film Festival, a dedicare uno spazio del loro Festival alla battaglia per la richiesta di verità per Giulio.
Il volto di Giulio, quello che tutti abbiamo imparato a conoscere, è stato inserito anche nei programmi ufficiali, per sottolineare ancora di più questo impegno.

L’emozione di e per Giulio permeava anche le location scelte per le proiezioni.
I primi due giorni si sono svolti presso la Necropoli etrusca della Banditaccia. Un luogo storico e magico, primo sito UNESCO a concedere l’autorizzazione per lo svolgersi di un festival cinematografico. Un luogo in cui la storia, la cultura e la storia passata hanno incontrato la voglia di far nascere qualcosa di nuovo, di importante per la comunità. Il passato e il futuro che si uniscono per la voglia di portare qualcosa di bello e di far nascere un nuovo percorso. Giulio era anche questo: un giovane che si era recato in un paese, l’Egitto, che è stato culla della storia e della cultura mondiale e che stava cercando di capire come affrontare il proprio futuro.
Nel weekend il Cerveteri Film Festival si è trasferito presso il Cinema Massimo, nel centro della città. Una piccola conquista la sua riapertura dopo tanti anni, dovuta alla forza e alla determinazione dei proprietari, resa possibile dal sostegno dell’Amministrazione comunale, che non hanno voluto permettere che Cerveteri perdesse un così importante luogo di aggregazione, un pezzo della sua storia. E lo striscione giallo per Giulio Regeni (gentilmente prestato da Riccardo Noury, Presidente di Amnesty Italia, che lo ha concesso nonostante non se ne fosse mai separato prima, per abbracciare l’iniziativa del CFF), appeso proprio sotto lo schermo, era come se volesse dire e dimostrare che non ci saranno cedimenti nella domanda di giustizia e verità per Giulio.

Giulio era lì. Tra il pubblico. Con gli organizzatori del Festival. Con i loro ospiti che, tutti, hanno avuto una parola e un pensiero per lui.
L’attore Nicola Nocella, presente al Festival per ricevere il Premio Luca Svizzeretto, alla richiesta di indossare il braccialetto giallo per Giulio, ha risposto “è un dovere”. Il regista Daniele Vicari, confermando la sua sempre viva sensibilità verso simili questioni, ha dichiarato a Giulio Siamo Noi:

“Non possiamo lasciare la vicenda di Giulio soltanto nelle mani della politica, è necessario tenere alta l’attenzione, far sentire alle istituzioni la nostra determinazione a non mollare. Quelli che hanno ucciso Giulio vogliono fiaccare la resistenza di chi non accetta verità di comodo, ma non ce la faranno.”

La sua timidezza (e di chi si stava avvicinando a lui) non hanno impedito allo sceneggiatore e responsabile della collana Dylan Dog (Sergio Bonelli Editore) Roberto Recchioni di non esitare nell’indossare il braccialetto per Giulio, tenendolo una colta salito sul palco.
La simpatia e il sorriso coinvolgente del regista Massimiliano Bruno hanno lasciato posto alla commozione nel momento in cui lo fotografavano.
La conduttrice e giornalista Arianna Ciampoli non ha mai smesso di indossarlo quel braccialetto. È stato con lei per tutta la durata del Festival.

E poi c’è stato un abbraccio (sotto forma di lungo e sentito applauso), forte da parte del pubblico presente alla serata del 30 settembre, dedicata a Regeni. Il Direttore Boris Sollazzo, senza celare la sua commozione, ha dichiarato:

“Credo di parlare anche a nome dell’Amministrazione nel dire che come Cerveteri Film Festival ci siamo ripromessi di fare anche nostra questa battaglia di verità e giustizia. Fino alla verità per Giulio Regeni”

Successivamente si è data lettura del messaggio inviato agli organizzatori del Festival da parte di Paola Deffendi e Claudio Regeni, i genitori di Giulio:

“Buona sera,
siamo i genitori di Giulio Regeni, vogliamo ringraziarVi per la Vostra vicinanza nella ricerca di verità e giustizia per nostro figlio.
Sappiamo che la sua tragedia è divenuta per molte persone , un impegno costante, fatto con il cuore, ma anche con la presa di coscienza che Giulio ci ricorda giornalmente che i diritti umani vengono violati con sistematicità in Egitto e non solo.
Il mondo dell’arte, per la forza simbolica che lo contraddistingue, con i suoi linguaggi, ci è vicino ormai da molto tempo : cinema, letteratura, musica, arti visive ed altro ancora .
Tragedie, sentimenti, emozioni non sempre possono essere espressi e compresi “con e solo” con le parole; forse è necessario andare oltre all’uso definito logico-razionale delle parole.
C’è bisogno si empatia, di immedesimazione, anche se comprendere cosa abbia vissuto Giulio, dovrebbe essere evidente a tutti.
Il cinema è stata sempre una componente presente nella nostra famiglia, ha permesso discussioni e riflessioni. Giulio in giro per il mondo ha sempre organizzato, “serate cinema”con gli amici.
Grazie al Film Festival di Cerveteri, grazie agli organizzatori e a tutte le persone presenti.
Continuate a starci vicino, ne abbiamo bisogno!
Abbiamo bisogno di giallo per Giulio”

Continuiamo a starvi vicino, Paola e Claudio. Perché anche noi ne abbiamo bisogno. Perché anche noi vogliamo avere verità. Essere la vostra scorta mediatica. Far comprendere che continueremeno a resistere, che non molleremo fino alla verità. Perché Giulio ci ha insegnato che è necessario continuare a fare cose.
Perché abbiamo bisogno di giallo per Giulio.


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