“Gli impostori. Inchiesta sul potere” di Emiliano Fittipaldi

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Che fine ha fatto Emanuela Orlandi dopo la sua scomparsa il 22 giugno 1983? Chi comanda davvero al Comune di Roma? Qual è la vera storia del “Giglio magico” di Matteo Renzi? Tre quesiti semplici, chiari, necessari. È da questi che parte l’idea del nuovo saggio di Emiliano Fittipaldi, Gli impostori. Inchiesta sul potere, uscito in prima edizione con Feltrinelli a settembre 2017. Ed è sempre da queste domande che sono partite le inchieste portate avanti dall’autore, descritte passo passo nel testo.

Ma chi sono gli impostori di cui si parla nel libro? Sono coloro che «attraverso menzogne, occultamenti e propaganda sfacciata si presentano alla gente diversamente da come sono in realtà». Impostori sono i preti pedofili. Impostori sono quei politici che «dicono di aiutare gli ultimi e poi fanno il contrario, tagliando le tasse ai ricchi». Compito dei giornalisti è raccontare la verità smontando menzogne occultamenti e propaganda.

Fittipaldi si sofferma spesso nella descrizione dell’iter seguito nella fase investigativa delle sue inchieste e sembra farlo non tanto per dare fondatezza alle stesse, basata piuttosto sui dati e sui risultati, quanto per dimostrare che chiunque (giornalisti, investigatori, cittadini…) in realtà, volendo, lo potrebbe fare, almeno nella parte di ricerca da fonti pubbliche. In teoria quindi se tanti cronisti non fossero così “pigri” avremo migliaia di inchieste come quelle portate avanti dall’autore e dai pochi “investigatori” come lui. Non è impossibile e neanche tanto complicato ma ci vuole determinazione correttezza coraggio. Qualità che, purtroppo, sembrano scarseggiare nel mainstream della comunicazione e non solo.

Un altro punto su cui l’autore ritorna spesso è lo scarso clamore mediatico e il freddo interesse del pubblico alle sue rivelazioni e scoperte. E lo fa non perché sia in cerca di gloria ma per tentare di capirne le motivazioni. Che ci sia tra il pubblico italiano una preoccupante assuefazione allo scandalo e alla corruzione? Che queste notizie in qualche modo “disturbino” non solo i diretti interessati ma anche il pubblico che, quasi quasi, ne farebbe volentieri a meno per meglio concentrarsi su partite di calcio, trash tv e gossip vario?

Ma il compito del giornalista va ben oltre quello delle pubbliche relazioni, come ricordano anche le citazioni con le quali Gli impostori si apre al lettore e che rendono molto bene l’idea di cosa ci si deve o ci si debba aspettare leggendo testi che raccolgono il frutto di inchieste giornalistiche. Saggi che, come dimostrano le parole stesse di Fittipaldi, non servono solo come fonte di informazione fungendo anche da archivio di dati e fatti che possono tornare utili nel tempo.

Gli impostori è strutturato in tre distinte parti: Emanuela, Raggirati, Il Giglio nero. Tutte centrate sullo scopo prefissosi da Fittipaldi, ovvero «alzare i tappeti in cerca di polvere e notizie insabbiate» per riuscire così a misurare «la distanza tra quanto promesso dai poteri di turno e quanto poi realizzato». Ovvero, in altre parole, «misurare lo spread tra la propaganda delle parole e la durezza dei fatti». Nel caso dell’analisi della scomparsa di Emanuela Orlandi si va oltre con il tentativo non solo di capire chi e perché c’è dietro questa vicenda ma anche la volontà di scoprire cosa effettivamente sia accaduto e a quale destino sia poi andata incontro questa giovane ragazza.

 Più volte si è cercato di ostacolare o di fermare il lavoro di Emiliano Fittipaldi, anche per via giudiziaria. Leggendo i suoi reportage se ne evince con chiarezza il perché. Fittipaldi non sembra lasciarsi influenzare dalla cultura dominante o dai luoghi comuni, né condizionare dal flusso di notizie e/o opinioni in merito all’argomento trattato… egli basa le sue elaborazioni sui fatti, sui dati e sulle fonti certe. Una vera seccatura insomma per chi vorrebbe che quelle informazioni non venissero mai diffuse.

 Gli impostori. Inchiesta sul potere di Emiliano Fittipaldi conta oltre duecento pagine ma si legge quasi tutto d’un fiato, con bramosia, con “famelica” sete di conoscenza. Determinato corretto coraggioso. Insomma un libro necessario.


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