Il Consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva il secondo Programma biennale. Ecco le sfide più impegnative: dalla riforma strutturale dell’attuale sistema di certificazione della condizione di disabilità al lavoro, dall’inclusione scolastica alla mobilità. “Basilare è ridurre le disuguaglianze fra territori”
ROMA – Il Consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva il secondo Programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità. Una approvazione che arriva a oltre un anno di distanza dalla ratifica che il testo aveva avuto dall’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità e dalla discussione in seno all’ultima Conferenza nazionale sulle Politiche per la disabilità. Il ministro Poletti, dopo la prima approvazione da parte dell’Osservatorio, aveva dichiarato che “il Programma testimonia la grande qualità del lavoro e il proficuo impegno di tutti i membri dell’Osservatorio e conferma la bontà dell’approccio altamente partecipativo che, sin dall’istituzione dell’organismo nel 2010, si è voluto imprimere alle attività portate avanti insieme dai rappresentanti delle istituzioni e delle organizzazioni delle persone con disabilità”.
Otto linee di intervento. Il documento affronta le principali tematiche in materia di disabilità, con un ampio ventaglio di proposte e azioni per la piena inclusione delle persone. Individua 8 linee di intervento: Riconoscimento/certificazione della condizione di disabilità e valutazione multidimensionale finalizzata a sostenere il sistema di accesso e la progettazione personalizzata; Politiche, servizi e modelli organizzativi per la vita indipendente e l’inclusione nella società; Salute, diritto alla vita, abilitazione e riabilitazione; Processi formativi e inclusione scolastica; Lavoro e occupazione; Promozione e attuazione dei principi di accessibilità e mobilità; Cooperazione internazionale; Sviluppo del sistema statistico e di reportingsull’attuazione delle politiche.
Le sfide più impegnative. Tra le sfide più impegnative da affrontare ci sono la riforma strutturale dell’attuale sistema di certificazione della condizione di disabilità; servizi e modelli organizzativi per la vita indipendente e il sostegno all’autodeterminazione; a livello di diritto alla salute, attenzione puntata sul consolidamento dei Livelli essenziali di assistenza e l’integrazione sociosanitaria, sul Nomenclatore tariffario delle protesi, si auspicano interventi sulla qualità della diagnosi, a favore delle persone con disabilità intellettiva e disturbo psichiatrico, l’attuazione della legge sull’autismo. Sul versante della scuola, occorre rendere più efficace il processo di inclusione scolastica anche con la formazione degli insegnanti di sostegno e dell’intero personale scolastico; inoltre, un tema fatto proprio dal Programma d’azione è quello dell’accesso degli adulti con disabilità a percorsi d’istruzione e formazione permanente. Sul fronte lavoro, la sfida è di “aggiornare aspetti specifici della normativa per renderla più efficace”, mentre alle grandi imprese si propongono iniziative come l’istituzione dell’Osservatorio aziendale e il disability manager. La sfida in materia di mobilità è la revisione delle normativa italiana in tema di accessibilità dell’ambiente fisico, urbano e architettonico, mentre non mancano proposte per rendere fruibili i luoghi del turismo e accessibile l’informazione, a partire da quella delle pubbliche amministrazioni.
Ridurre le disuguaglianze tra territori. Il Programma impegna il Governo nazionale e il Parlamento ma, allo stesso tempo, stimola l’azione coordinata e sinergica dei governi locali e delle amministrazioni regionali. Il richiamo più grande che emerge dalla bozza del Programma d’azione, e “garanzia di successo” per lo stesso, è al “lavoro di riduzione delle diseguaglianze territoriali che tanto incidono sulle opportunità di vita delle persone con disabilità e che, troppo spesso, sono state invocate come ragione per ritardare, se non evitare, innovazione e cambiamento nel sistema di riconoscimento della disabilità, nell’organizzazione dei servizi in generale, nella realizzazione di politiche pienamente rispettose dei diritti delle persone con disabilità”.
Strumento per ripensare la città di tutti. Il Programma appena approvato “si occupa di persone con disabilità ma – ribadiscono gli estensori del documento – proprio nella misura in cui accoglie e cerca di rispondere alla richiesta di “cittadinanza piena e integrale” dei soggetti più fragili e vulnerabili, offre suggerimenti e indicazioni per ripensare complessivamente una società più giusta, coesa e rispettosa delle tante diversità che compongono la comunità nazionale”. (ep)