Il copione è sempre lo stesso: una donna subisce violenza, i giornali ne parlano, i programmi TV confezionano servizi dai toni drammatici, nella migliore delle ipotesi qualcuno scende in piazza a protestare e la volta dopo si riparte dall’inizio. Una donna denuncia uno stupro e parte la gogna mediatica e sul web. Come era vestita, dirà la verità, perché non ha denunciato prima, e così via. E’ la drammatica normalità nel raccontare la violenza maschile sulle donne, un fenomeno sempre più imponente per cui l’indifferenza da parte degli uomini è diventata veramente insopportabile.
Partendo da queste considerazioni, dopo l’ennesimo femminicidio, con un gruppo di ragazze e ragazzi abbiamo dato vita alla campagna #dauomouomo (Facebook @dauomoauomo Instagram @dauomo_auomo)
Un campagna per invertire il paradigma secondo il quale la violenza sulle donne è un problema delle donne, che ha a che fare con i loro comportamenti e non con i nostri. Una campagna per dire chiaramente, senza mezzi termini, “che la violenza sulle donne è un problema degli uomini e sono noi possiamo porvi rimedio”, come ha ricordato il Presidente del Senato Pietro Grasso, primo firmatario del nostro appello, in un video messaggio più unico che raro perché, per la prima volta, un uomo chiama in causa altri uomini e lo fa ponendosi la domanda più dura e difficile: “da uomo a uomo, cosa facciamo per fermare questa drammatica spirale di violenza?”
E’ una domanda meno banale di quanto si possa credere perché interroga il genere maschile su comportamenti e atteggiamenti di uso comune, ma che nascondono una visione malata, arcaica e misogina del rapporto con l’altro sesso.
Gli uomini di questo Paese devono quindi iniziare a domandarsi se è normale per un uomo provarci con tutte le donne con cui lavora o anche solo fischiare ad una ragazza come segnale (primitivo) di apprezzamento. Gli uomini di questo Paese devono iniziare a infrangere il muro di silenzio iniziandosi a chiedere “perché non ho mai reagito davanti a quella violenza? A quella parola di troppo? A quel gesto sgradevole?”
Sappiamo che la strada è molto accidentata perché è difficile mettersi in discussione e perché moltissimi uomini ritengono di essere al di sopra del problema, di non dover o poter far nulla a riguardo. E’ una strada difficile ma necessaria: solo da una messa in discussione degli uomini, della nostra identità, dei modelli che ci sono stati trasmessi nel nostro percorso educativo, da una presa di consapevolezza della nostra emotività e soprattutto da una messa in discussione del rapporto col genere femminile, possiamo iniziare un vero percorso, insieme alle donne, che fermi la violenza maschile contro di loro.
Ecco perché vogliamo fare un appello alla stampa e ai mezzi di informazione: unitevi a noi in questo percorso. Non lasciate che a parlare di violenza contro le donne siano solo le vostre colleghe. Non lasciate che davanti all’ennesimo femminicidio o stupro si metta sotto la lente di ingrandimento l’ennesima vittima. Mettiamo al centro gli uomini e capiamo insieme come cambiare le cose. Da uomo a uomo.
*di Giuseppe Martelli, comitato “Da uomo a uomo”