[Traduzione a cura di Valentina Licci, dall’ articolo originale di Jesse D. Savage e Jonathan Caverley pubblicato su The Conversation]
Nel 2008, a poche ore dalla morte del presidente della Guinea, quattro ufficiali addestrati dall’esercito tedesco organizzarono un colpo di stato. Guidati dal capitano Moussa Dadis Camara, che indossava orgogliosamente il berretto rosso e l’insegna di un paracadutista tedesco, i complottisti comunicarono discretamente in tedesco. Dopo un tentativo di assassinio, Camara fu sostituito al potere da un paracadutista addestrato dai francesi, che era stato il suo vicepresidente.
Quindi, due ufficiali addestrati da Stati europei al fine di rafforzare la sicurezza e il controllo civile nei propri Paesi d’origine, decisero di prendere il potere attraverso la violenza. Questa vicenda – oggi conosciuta come il “colpo di stato tedesco” – deve servire da monito per tutti quei poteri mondiali che si mobilitano per formare e sostenere forze armate straniere – in particolare per l’UE, che sta intensificando i suoi sforzi in questo campo e sta istituendo un nuovo quartier generale di addestramento militare.
Secondo Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, l’obiettivo è quello di fornire un “approccio più efficiente alle esistenti missioni di addestramento militare che abbiamo” in Paesi come il Mali, la Somalia e la Repubblica democratica del Congo.
Ma la formazione di uomini armati in Stati dotati di scarse risorse e poco strutturati dal punto di vista istituzionale è una decisione molto rischiosa. La formazione militare proveniente dall’estero può destabilizzare la politica dello Stato a cui è destinata, alterando l’equilibrio di potere tra alcuni attori militari e il governo di quel Paese. Rafforzare le risorse delle forze di sicurezza può incoraggiarli a partecipare più attivamente alla politica interna, tanto da sfociare perfino in colpi di stato.
A livello individuale, la formazione può incrementare la professionalità dei militari, aiutandoli ad accattivarsi la simpatia di altri ufficiali e a gestire in modo più efficace gli ostacoli di natura logistica che gli esperti di colpi di stato si trovano di solito ad affrontare. Gli ufficiali militari professionisti possono incrementare la loro autonomia e sottrarli dalle élite civili corrotte e disfunzionali.
La nostra tesi è ampiamente convalidata dall’esperienza statunitense nei tentativi di supporto alle democrazie in via di sviluppo ad avviare un processo di stabilizzazione, per poi vedere falliti i propri sforzi .
Le migliori intenzioni
Considerata da sola, la spesa statunitense destinata all’assistenza alla sicurezza rappresenta il quarto maggiore bilancio al mondo in aiuti esteri (17 miliardi di dollari). Se da un lato l’obiettivo primario degli Stati Uniti nell’investire in formazione militare è quello di rafforzare la propria sicurezza, dall’altro è anche quello di cercare concretamente di prevenire colpi di stato, curando nella sua formazione le relazioni civico-militari e tagliando in genere i finanziamenti agli Stati nel momento in cui i militari prendono il potere.
Nonostante questa enfasi sulla necessità di limitare gli interventi militari in questioni riguardanti la politica, vi sono numerosi casi di funzionari addestrati dagli Stati Uniti che hanno compiuto colpi di stato: in Honduras nel 2009. in Egitto nel 2013, in Gambia e in Burkina Faso nel 2014… Da vociglobali