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Catalogna: TV pubblica censura violenze, dopo proteste giornalisti aperta inchiesta

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“Spintoni”, “momenti di tensione”. Cosi Pedro Carreño su TVE-1, il primo canale nazionale dell’azienda televisiva pubblica spagnola TVE, ha qualificato le violenze poliziesche a danno della popolazione che cercava di rendersi al voto ieri 1 ottobre, violenze che si sono concluse con un bollettino da far accapponare la pelle: quasi 900 feriti, 3 arresti, 400 seggi chiusi, 770.000 persone private del voto. La mediocre copertura mediatica di quanto accadeva in Catalogna da parte di TVE-1, ha spinto giornalisti e operatori di TVE ad esprimere pubblicamente e sui social il proprio disappunto ed il proprio sdegno nei confronti di quella che è stata definita come una “vergognosa forma di manipolazione mediatica”. Come riportato dal quotidiano El Periodico, Pedro Carreño, nella sua rubrica “Telediarios de fin de semana” ha spiegato in appena dieci minuti cio’ che stava accadendo in Catalogna con parole tendenti a sminuire ed edulcorare la realtà di quanto accadeva in realtà nelle strade e nei seggi. “Le forze di sicurezza sono intervenute per ordine del giudice” – ha commentato laconicamente in diretta “e lo hanno fatto per requisire materiale elettorale ed impedire il voto”.
E così nel suo racconto le violente cariche poliziesche sono diventate “spintoni” e la gente trascinata di forza dai seggi “momenti di tensione”. Dopo la fine della messa in onda del breve servizio, diversi giornalisti hanno protestato (nella foto la redazione di TVE-Cataluña con le scritte “vergogna”) e accusato il giornalista di voler oscurare i fatti. La giornalista Vanesa Benedicto, di TVE-Catalunya, ha usato parole dure sul tipo di copertura offerta dal primo canale nazionale: “provo vergogna per il trattamento riservato all’informazione”, qualificandola di “manipolazione”. Alejandro Caballero, altro giornalista di TVE, dopo il servizio, ha chiesto il licenziamento di “manipolatori e cattivi professionisti” all’interno di TVE. Un altro giornalista di TVE, Gabriel Lopez, ha accusato la televisione pubblica di essere al servizio del governo.  Anche il giornalista Xabier Fortes ha solidarizzato con la protesta dei giornalisti di TVE-Cataluña e chiesto le dimissioni dei responsabili.  Il Consiglio Informativo della televisione spagnola ha preso sul serio le accuse mosse da diversi giornalisti del gruppo TVE a Pedro Carreño ed ha deciso di aprire immediatamente un’inchiesta stimando che, in occasione della giornata del 1 ottobre, i “cittadini sono stati privati di una programmazione seria” ed il servizio offerto da TVE-1 “non si adegua ai principi di base della radiotelevisione pubblica spagnola”.

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