Malaria: gridare all’untore contro i migranti è solo malafede

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“Dopo la miseria portano le malattie”. Questo il titolo di stamattina di un quotidiano on line, riferito alla bimba trentina di 4 anni morta di malaria. I soggetti della terza persona plurale, ovviamente, gli immigrati, colpevoli di portare, appunto, miseria e anche malattie. Insomma ci risiamo con le malattie. La paura che muove “la pancia” delle persone più di tutto il resto.

Anni fa accusati di portare la scabbia, oggi addirittura la malaria. Credo che a questo punto, nella confusione generale di un’informazione allarmata, partigiana o semplicemente affrettata, sia il caso di fare chiarezza, saccheggiando il sito del Ministero della Salute e dopo aver ascoltato infettivologi ed entomologi. Per capire di cosa stiamo parlando, occorre una premessa.

La malaria è una malattia infettiva causata da un protozoo, un microrganismo parassita del genere Plasmodium, che si trasmette all’uomo attraverso la puntura di zanzare del genere Anopheles.  Si può contrarre solo in due modi: o con la puntura di una zanzara anofele di una particolare specie che ha già punto un altro uomo portatore di malaria, o attraverso un contatto diretto di sangue.

Esistono quattro specie di parassiti che causano la malaria negli esseri umani:

Plasmodium falciparum, responsabile della malaria maligna
Plasmodium vivax responsabile della terzana benigna
Plasmodium ovale che provoca una forma simile di malaria terzana benigna
Plasmodium malariae responsabile di una delle forme di malaria più conosciute, quella con la febbre che si ripresenta periodicamente

Quella letale, quella più aggressiva responsabile di più del 90% dei casi di morte è la prima, quella del plasmodium falciparum, che infatti ha ucciso la bambina trentina.In Italia, ci informano gli entomologi, le zanzare anofele ci sono e come, e sono in aumento.

La buona notizia però è che le anofele esistenti qui da noi, le cosiddette autoctone, non hanno competenza per trasmettere la falciparum, la malaria letale. Insomma, anche nell’eventualità che ci fosse un’anofele autoctona in Trentino che aveva prima punto un malato di malaria, per le conoscenze che abbiamo, le probabilità che trasmettesse malaria è più che remota…

Sono intanto aperte le indagini anche nell’ospedale di Trento per capire se c’è la possibilità che il contagio sia avvenuto nell’ospedale, dove sono state anche sistemate trappole per zanzare che non hanno però dato alcun risultato. Un caso misterioso, dunque, anche perché in Europa sono stati sì nel passato diagnosticati casi di malaria autoctona, ovvero trasmessa da zanzare del luogo, ma si trattava sempre di malaria di altri tipi, uno di quelli prima citati, non letale come il falciparum. Se anofele “pericolose” possono essere effettivamente trovate nei pressi degli aeroporti, sbarcate da container provenienti da zone malariche, l’idea che una zanzara anofele, in grado di essere vettore di plasmodio falcidium, si annidi in Italia, dove cresce e prospera al momento è considerata un’ipotesi molto remota.

Dunque la possibilità che a contagiare la bimba sia stato un immigrato malato punto da zanzara italiana è almeno al momento da scartare. Ma non è sembrato vero, anche stavolta, scagliare frecce di pericoloso sospetto verso i migranti, ipotesi accolta per ignoranza e superficialità.

Certo, tutto è possibile: i cambiamenti climatici che hanno stravolto le stagioni e le specie viventi devono metterci in allarme. Come del resto è anche importante controllare le procedure di sicurezza di un ospedale e cercare le cause di questa tragedia. Ma stravolgere o forzare la realtà con insinuazioni e certezze solo strumentali è criminale. E’ soffiare sul fuoco di un’esasperazione sociale nata da ben altro… Gridare all’untore contro i migranti è solo malafede.


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